Ciclocross, la rinascita in nome della multidisciplinarietà

Terminata la stagione in Italia il presidente della commissione fuoristrada Paolo Garniga individua gli elementi alla base del rinnovato interesse di questa disciplina, gettando anche uno sguardo alle altre discipline off road e alla stagione che sta per iniziare.

Si apre la stagione 2020 con il consueto incontro annuale del Settore Fuoristrada con le Società ed i CT. Lo slancio è dal più che positivo bilancio del 2019 per un settore che abbraccia varie discipline olimpiche e continua a farsi largo anche con le specialità non olimpiche, richiamando giovani e allargando così il suo bacino di utenti. Abbiamo incontrato Paolo Garniga, Presidente della Commissione Fuoristrada della FCI a Verona, proprio in occasione dell’incontro annuale. Con lui abbiamo tracciato la via, sugli imput della stagione conclusa, del 2020, partendo dalla crescita del Ciclocross, disciplina non olimpica.

– Partiamo dallo straordinario successo dei Campionati Italiani di Schio del 2020 che hanno registrato un record di partecipanti, con un picco di presenze in ambito giovanile. Possiamo quindi parlare di una crescita del settore Ciclocross nel 2019 a livello di praticanti; dovuta a quali fattori?

“Il Ciclocross è la decana delle specialità fuoristrada, da quando di fuoristrada non si parlava. Qualche anno fa si era un po’, se mi è concesso, impantanato. Si è cercato di riproporlo con aperture ai bikers, autorizzando la partecipazione con le MTB, riammodernando i percorsi, cercando di far capire che poteva essere attività complementare alle altre specialità, uno dei primi esempi di multidisciplinarietà. L’aumento delle gare regionali, nazionali, internazionali; circuiti interregionali su tutto il territorio italiano; giovani che hanno dimostrato di divertirsi…la “semina” ha funzionato e si raccolgono i frutti.”

– Un aspetto fondamentale è anche la crescita in numero di praticanti in ambito giovanile ed esordienti. Dobbiamo aspettarci una crescita ancora più importante nel 2020?

“E si, quelli che sono cresciuti in maniera esponenziale sono proprio i giovani, quelli che se un genitore dice “non entrare in quella pozzanghera e nel fango”, il tempo di girarsi e ci son già dentro e ci sguazzano, quelli che non si arrugginiscono anche se piove, quelli che si divertono a derapare, a fare una scivolata, a provare il salto di un ostacolo; si quelli che hanno scoperto un bel gioco, che permette loro di crescere tecnicamente, divertendosi. Le Società lo hanno capito, si adoperano e a mio vedere, anche chi poi in estate gareggerà su strada, ha capito che il ciclocross diventa un valore aggiunto. L’aver permesso ai G6, condividendo con la Commissione Giovanile, di fare attività da ottobre a dicembre, quei G6 che il 1° gennaio diventano Esordienti e potranno affrontare il loro primo Campionato Italiano, ha contribuito alla crescita, che continuerà anche nel 2020.”

– Quanto peso hanno le Società organizzatrici sia in manifestazioni nazionali che regionali nelle crescita dell’attività intesa anche come attività generica del Fuoristrada?

“Senza gli organizzatori non ci sarebbe attività; rendiamo merito loro perché in tutta Italia sono cresciute le proposte e via via si sono sempre più qualificate. E molti che sono partiti dalle gare regionali si pongono poi altri obiettivi che realizzano, proponendosi con gare nazionali prima e magari internazionali poi.”

0141 Trentino Sport Awards © 2019 Paolo

– Come la FCI dialoga con le Società e con gli atleti. Come affronta eventuali criticità?

“Restando al ciclocross, il calendario lo si fa partendo dalle gare Internazionali e nazionali che si vanno a definire a gennaio per la stagione che partirà ad ottobre; questo permette di inserire le gare regionali e i Campionati Regionali senza socrapposizioni. Sono circa 1800 atleti ad essere in gara ogni fine settimana, da ottobre a gennaio. Indubbiamente il Tecnico Nazionale ha tante gare da visionare, tanti atleti giovani che crescono e che cominciano a lanciare segnali importanti anche a livello internazionale, inseriti nella Squadra Nazionale, con FCI che investe proprio sui giovani in primis. Tutti i calendari del fuoristrada, fatto di 18 specialità, sono pubblicati e sono anno dopo anno in costante crescita numerica e qualitativa.”

– Quale è il ruolo dei CR nelle gare sul territorio sia a calendario regionale, nazionale e internazionale.

“I Comitati Regionali sono molto attivi a fianco delle Società nella definizione di tanti Circuiti, che aggregano più regioni, e nel formare le rappresentative che partecipano alla Coppa Italia Giovanile CX , proposta su in unica giornata su 2 gare, e il Team Relay, con 5 componenti (2 femmine e 3 maschi tra Esordienti ed Allievi) a staffetta; stessi Atleti che poi affrontano la gara individuale.”

– Allarghiamo la lente anche sulle altre discipline del Fuoristrada. MTB e BMX che sono discipline olimpiche. Qual è lo stato di salute attuale del nostro movimento in queste due discpline?

“Per quanto riguarda il XCO, mai nel passato abbiamo “rischiato” di vederci qualificati con 3 maschi. Ci stiamo provando e ad oggi l’Italia è molto in alto nel ranking. In campo femminile si stà crescendo, peccato per l’infortunio alla Tovo, che l’ha tenuta lontana dalle corse nel 2019 dopo che aveva contribuito a portare tanti preziosi punti UCI. Nel BMX Race e Free Style è tutto più difficile, ma ci si prova. I Tecnici stanno lavorando sodo; tante trasferte in giro per il Mondo, per alzare il livello competitivo e migliorare il ranking. Non dimentichiamo le gare in Italia di valenza Internazionale assoluta (HC-C1-C2) e anche per questo ribadiamo il nostro rigraziamento agli organizzatori. Non dimentichiamo poi le specialità Gravity, Enduro, Pump Track, E-MTB… non ci facciamo mancare niente.”

– Come ci stiamo avvicinando a Tokyo2020?

“Ogni CT di disciplina ha steso una programmazione mirata: eventi internazionali di punta, stage preolimpici e sopralluoghi su percorsi iridati di interesse. Una programmazione ben articolata e supportata con entusiasmo dalla Federazione.”

– Nell’immaginario di un bimbo la bici è libertà e indipendenza. Lo è anche per una bici da MTB o BMX?

“Direi proprio di si, considerato anche che uscire su strada in bicicletta e sempre più rischioso. La bicicletta era uno dei giocattoli più desiderati dai bimbi; mi sembra che stia tornando ad esserlo e non solo per i maschietti…”

– Parliamo di un tema fondamentale: la sicurezza anche nel fuoristrada.

“Siamo sempre stati molto attenti a tutto quello che riguarda la sicurezza. Si è cresciuti molto: mezzi meccanici sempre più performanti, ma anche affidabili, gare dove l’attore principale è l’atleta e la consapevolezza che bisogna tutelarlo, metterlo in condizione di non dover assumere rischi che si possono prevedere ed evitare. In Italia, con unità di intenti tra Settore Fuoristrada e Centro Studi, abbiamo “inventato” e normato i corsi per “DOF”, Direttore di Organizzazione Gare Fuoristrada. Un corso che prevede aula, ma soprattutto tirocinio “sul campo”. Ottimo il riscontro, siamo prossimi ai 200 DOF tesserati in elenco, corsi richiesti in tutta Italia, perché si è capito che questo è un ruolo molto importante, che implica molte responsabilità.”

– La stagione 2019 ha regalato 16 medagli azzurre in ambito internazionale, una maglia iridata e 4 titoli europei che arrivano dal Cross Country e Bmx passando per il Ciclocross, Marathon, Team Realy ed Eliminator. Quali sono gli obiettivi per il 2020?

“Migliorare….sempre; siamo quelli del Fuoristrada e ne sono certo, mai fuori strada.”

fonte: FCI