S&H Program Training: valutazione della condizione atletica, Superop e HRV4

Nell’articolo di oggi andiamo ad affrontare un argomento che sicuramente interesserà i numerosi lettori di Solobike: in questo articolo e nel prossimo andremo a parlare di come si può valutare la condizione atletica di un atleta

Sono sicuro che un grande numero di ciclisti si è chiesto più volte nella propria carriera in che condizione atletica si trovasse, perché spesso e volentieri le sensazioni non bastano per avere un giudizio oggettivo.

Negli ultimi anni la scienza applicata al mondo sportivo ha fatto veramente numerosi passi da gigante, rendendo una disciplina fisica quasi “matematica”.

Il primo sistema di valutazione della condizione atletica che andremo ad affrontare si chiama SUPEROP.

SuperOp non è nient’altro che uno sfigmomanometro da polso che misura il battito cardiaco e la pressione sanguigna dell’atleta.

Questa misura dovrà essere presa dallo sportivo mentre si trova ancora a letto al risveglio mattutino. Dopo che la rilevazione, i dati verranno inseriti direttamente nell’ App SuperOp del proprio smartphone. Lo strumento ci darà poi il risultato con un semaforo e una percentuale di ricettività organica. Un semaforo rosso significa bassa ricettività ed invita l’atleta a riposare.

Il ciclista inoltre nell’App dovrà inserire quantità ed intensità (da 1 a 5) dell’allenamento del giorno precedente. Viene richiesto anche il TSS (training stress score) sempre di quel training e c’è la possibilità di segnalare al sistema se il risveglio o la nottata è stata influenzata da fattori esterni all’allenamento.

I primi 14 giorni lo strumento non dà una risposta ai dati che inserirete: SuperOp infatti per poter personalizzare i risultati si prende un periodo di osservazione per valutare come il vostro corpo percepisce le diverse modalità di allenamento ( lavori di forza, medio, soglia, Vo2max).

Cosa misura SuperOp?

SuperOp valuta la ricettività organica all’allenamento su scala 0-100%, in modo da poter consigliare ad un atleta se svolgere una seduta intensa oppure se è meglio effettuare una seduta di scarico o ancora riposare completamente.

L’algoritmo di SuperOp si base su concetti e studi scientifici molto approfonditi che si basano sulla correlazione tra omeostasi cardiovascolare e i processi di recupero.

L’organismo cerca di essere sempre in una condizione di equilibrio funzionale ideale di tutti i suoi sistemi; questa condizione viene definita omeostasi. L’omeostasi funzionale è generalmente definita attraverso i suoi valori tipici di pressione sistolica, diastolica, pressione media, pressione differenziale e frequenza cardiaca.

I processi di recupero e supercompensazione indotti da un allenamento alterano l’omeostasi cardiovascolare. Ed è proprio questa alterazione che SuperOp va a misurare.

Viene valutato quello che che si definisce stress metabolico, ovvero l’intensità delle attività di riparazione e miglioramento dei tessuti periferici stimolati dall’allenamento.

La ricettività organica infatti è direttamente collegata allo stress metabolico: minore sarà quest’ultimo e maggiore sarà la ricettività dell’organismo.

SuperOp è quindi uno strumento molto utile per l’atleta stesso, ma lo è ancor di più per un preparatore atletico che può gestire ancor di più la personalizzazione del training, valutando se è il momento di aumentare volume o intensità oppure no.

Lo strumento però non sostituisce un allenatore: il semaforo del risultato non è il fine, ma è il mezzo per allenarsi con il più favorevole rapporto costo/benificio fisiologico.

Altra funzione fondamentale per il coach è quella di verificare, tramite i risultati di SO, che l’overreaching funzionale non si tramuti poi in overtraining.

E’ molto importante infatti che, in alcuni momenti della stagione, non si rischi di superare quella linea sottile che c’è tra un grosso carico di lavoro ed il sovrallenamento.

I risultati di SuperOp sono molto utile anche sul medio-lungo periodo: se ad esempio abbiamo una sequenza lunga di colori rosso o arancio significa che l’atleta probabilmente fatica a recuperare i training proposti. Se invece abbiamo molti semafori gialli, lo strumento ci dice che siamo in una situazione di stallo e che probabilmente dobbiamo dare nuovi stimoli al corpo.

Una condizione di numerosi verdi invece è sinonimo di aumentare i carichi ( volume ed intensità) e che siamo probabilmente in un’ottima condizione ed in grado di sopportare degli allenamenti duri.

Volevo ribadire un concetto fondamentale: un semaforo con colore arancio-rosso non significa che quel giorno si avrà una prestazione pessima, ma ci avverte che il nostro corpo non sarà molto ricettivo quel giorno.

Esistono molti strumenti che aiutano un ciclista a capire il proprio stato di forma: consiglio vivamente però di ascoltare e valutare anche le proprie sensazioni che spesso è il miglior modo per capire la reale condizione di ognuno.

Se volete approfondire l’argomento visitate: www.shprogram.it

Giovanni Gilberti

Fonte: Solobike.it