Nella mtb al 90 per cento conta la testa! L’approccio mentale di Maria Cristina Nisi

I campioni della mtb, oltre a fondamentali abilità atletiche e tecniche, si caratterizzano per L’ATTEGGIAMENTO MENTALE con cui sanno presentarsi agli appuntamenti più importanti della stagione agonistica.
Le abilità mentali non si allenano in palestra bensì attraverso un lavoro INTROSPETTIVO chiamato “MENTAL TRAINING”, questo perchè la gestione mentale esercita una notevole influenza sulla prestazione.
I campioni dello sport come gestiscono la tensione? Come fanno a SOPPORTARE livelli elevati di fatica e dolore fisico? Un atleta come si rialza dopo mancati obiettivi e prestazioni insoddisfacenti? A parlarci del suo approccio mentale alle gare, nell’articolo di oggi, è l’atleta Maria Cristina Nisi (team Innovation Bike Focus Pissei).
“Per la mia esperienza, la testa nella mtb conta al 90%” ci spiega la Nisi “Tu puoi essere in formissima ma sei non ha ila testa, la gamba da sola non è abbastanza”
Maria Cristina puoi raccontarci quali sono le difficoltà, a livello mentale, che riscontri più frequentemente nelle gare di mtb?
“La difficoltà principale per me sta nella fase di preparazione alla gara e consiste nel dubbio di “aver fatto troppo poco” per prepararmi al meglio e quindi l’incertezza di non essere all’altezza della prestazione che mi viene chiesta dal percorso. Mi rendo conto che spesso, in vista degli appuntamenti importanti, mi alleno troppo e arrivo MENTALMENTE stanca alla gara; dovrei imparare a dosare meglio allenamenti e recupero dando più spazio anche a quest’ultimo.”
Sabato scorso hai conquistato il secondo gradino sul podio della Dolomiti Superbike, vuoi raccontarci come hai gestito mentalmente questa gara?
“Ecco, alla Dolomiti Superbike sono arrivata mentalmente stanca e quando sono così stanca faccio più fatica con la testa a tollerare il dolore e lo sforzo. La prima parte di gara, infatti, non riuscivo a “sbloccarmi”; Ho sentito subito che la gamba non era fluida come avrei voluto e questo mi ha influenzato nella prestazione portandomi via motivazione e deconcentrandomi. Sabato ho fatto tanta fatica a chiudere fuori dalla mia testa le influenze eterne ed i pensieri negativi che affioravano in corso di gara.”
La percezione della fatica è, infatti, influenzata dalla condizione mentale del momento; una condizione di stanchezza fisica e mentale di base può così abbassare la soglia di tolleranza personale al dolore e facilitare l’insorgenza di pensieri negativi.
Un allenamento mentale alla gestione del dialogo interno, unita all’abituale esercizio delle tecniche di rilassamento, può FAVORIRE un maggior recupero nell’atleta e una pronta REATTIVITÀ alla gestione dei pensieri negativi.
Per quanto riguarda la tensione pre- gara invece, di solito ne hai? come la gestisci?
“Eccome se ne ho di tensione pre- gara, Troppa! E faccio pure fatica a gestirla! Mi aiuta tanto, il pomeriggio prima della gara, stare in camera mia a riposarmi, è questo il mio modo di gestire la tensione e trovare serenità.”
Oltre a questo, hai delle routine pre- gara o abitudini particolari che ti danno sicurezza?
“Diciamo che ho il vizio di indossare gli stessi capi d’abbigliamento prima degli appuntamenti importanti, ma è più un rituale scaramantico e mi rendo conto che ha poco senso, sto cercando di farmela passare questa abitudine.”
Essere consapevoli della distinzione esistente fra routine pre- gara e rituali scaramantici è fondamentale; a differenza dei rituali scaramantici, la ROUTINE PRE-GARA consiste in un insieme di gesti e visualizzazioni mentali che aiutano l’atleta a trovare l’adeguata concentrazione in vista dello start.
Parliamo invece di abitudini o modalità che ti aiutano a mantenere la concentrazione in gara. Mentalmente cosa ti aiuta ad allontanare i pensieri negativi e a gestire meglio la fatica?
“Mi capita spesso durante la gara di pensare alle parole e agli incoraggiamenti del mio compagno; a volte immagino che lui sia lì davanti a me ad incitarmi e questa immagine mi da’ sicurezza, mi stimola a dare il massimo. Io stessa mi parlo in gara, mi incoraggio e mi faccio i complimenti: quando inizio a sentire che non ho più energie mi dico “Dai Cri che ne hai ancora!.”
La capacità di AUTOMOTIVARSI, con l’aiuto di parole o anche di immagini, è di grande aiuto agli atleti soprattutto nei momenti di maggiore fatica o quando l’insicurezza inizia a fare capolino nella mente del biker.
È utile che i corridori imparino ad  individuare quelle immagini, musiche o le parole più suggestive che hanno il potere di STIMOLARLI a dare il massimo, aiutandoli ad andare oltre le eventuali difficoltà del momento.
Inquesta stagione agonistica, fino ad ora, qual è stata per te la gara mentalmente più difficile da gestire?
“Direi la Sellaronda Hero perché ero partita per vincere ma mi sono accorta quasi subito che ero troppo stanca sia fisicamente sia mentalmente per dare quanto avrei voluto; lo scontro tra le mie aspettative e la mia condizione quel giorno mi ha fatto perdere la motivazione necessaria per affrontare la gara come avrei voluto.”
Dal punto di vista mentale quali sono i tuoi punti di forza?
“Primo su tutti la mia capacità di sopportare il dolore e la fatica, ma anche la capacità di stare concentrata.”
È fondamentale che ogni bikers  conosca i suoi PUNTI DI FORZA, il passo successivo consiste nel trasformarli in dialogo interiore ed immagini, un appiglio necessario nei momenti di sconforto e fatica estrema.
Quali sono le abitudini o le “distrazioni” che ti danno serenità e che ti aiutano a recuperare energia mentale?
“Cose semplici:stare a casa, preparare la cena al mio compagno, fare colazione insieme al mattino; mi piace cucinare per chi amo, è un’attività che mi rilassa; andare al mare la sera quando c’è più fresco e c’è meno gente, a volte ho anche bisogno di stare da sola per riposare completamente la testa.”
Si sa che il clima all’interno del team squadra esercita una notevole influenza sulla serenità di un atleta; dal tuo punto di vista, quali sono le caratteristiche fondamentali che un team dovrebbe coltivare per garantire questa serenità? cosa chiedi al tuo team?
“Da atleta io mi aspetto dal team di essere compresa in tutto, o quasi tutto, soprattutto quando la prestazione va male, è in questi momenti che il team a maggior ragione dev’essere presente portando supporto. Un team agli atleti deve dare ASCOLTO, portare RISPETTO, trasmettere SICUREZZA e dedicarsi alla cura del mezzo: a me personalmente mi da’ sicurezza pensare che sia il mio team a prepararmi la bici per le gare, è uno stress mentale in meno per me. Per un atleta è fondamentale un clima di SERENITÀ interno al team e io mi aspetto questo: serenità, perché se non sono serena non riesco neanche a DIVERTIRMI.”

Quest’anno hai partecipato a diversi ritiri con la nazionale italiana. Nel gruppo con gli altri atleti e con il neo c.t. Mirko Celestino hai trovato risposta a questi bisogni?
“Si, mi sono trovata molto bene. I lc.t. Mirko Celestino mi ha trasmesso sicurezza, serenità, mi ha dato ascolto e poi di lui mi piace il fatto che non ti giudica e se lo fa è sempre con l’intento di aiutarci a crescere e migliorare.”
E il tuo compagno di vita, invece, come ti supporta?
“Lui mi da’ tanta SICUREZZA perchè crede in me, capisce quando sto attraversando un momento No e mi incoraggia, mi aiuta a vedere le mie POTENZIALITÀ.”
Qualè il consiglio che ti senti di dare alle giovani bikers che inseguono il sogno di diventare delle campionesse nel mondo delle ruote grasse?
“Il consiglio è di darsi del tempo. Se ci credono, se sanno di avere delle potenzialità, devono avere la PAZIENZA di non pretendere tutto esubito, PERSISTENDO senza scoraggiarsi di fronte ai fallimenti. E indipendentemente dai risultati, avere sempre e prima di tutto la voglia di divertirsi.”
Ringraziando Maria Cristina Nisi le facciamo il nostro inbocca al lupo per il seguito della sua stagione agonistica.
Per info e curiosità contattami all’indirizzo mail info@claudiamaffi.it  o visita il mio sito www.claudiamaffi.it 
(Dott.ssa Claudia Maffi)