Intervista doppia ai nuovi campioni italiani marathon Nisi e Ragnoli. I retroscena del loro successo

A pochi giorni dall’assegnazione dei titoli italiani marathon in Val di Sole, abbiamo voluto sentire quelli che sono stati i protagonisti, la grossetana Maria Cristina Nisi (Bike Innovation-Focus-Pissei) e il bresciano Juri Ragnoli (Scott Racing Team). Poche domande e risposte secche per capire come hanno vissuto il loro successo ed eventuali retroscena.
Ciao Maria Cristina e Juri, prima di tutto complimenti per i vostri successi. Per te Maria Cristina è il primo titolo italiano, mentre per Juri sono già tre da Elite, più uno da Under23. Sicuramente avrete provato emozioni diverse, volete condividerle con i nostri lettori?
Partiamo proprio dal finale, cosa avete provato indossando la maglia tricolore?
Maria Cristina: “Non so di preciso cosa ho provato, penso un’emozione unica che non riesco a descrive ma è esplosa in un pianto di gioia e con un abbraccio alla mia mamma che è la mia tifosa numero uno.”
Juri: “E’  sempre un’emozione incredibile ascoltare l’inno di Mameli con il tricolore addosso, pensando di doverlo onorare per un anno intero. Però all’arrivo e più in generale durante la giornata, le emozioni sono state un po’ spente dal fatto di aver eseguito (o star mettendo in opera) solo quello che ci si aspettava, era solo una conferma della condizione attuale, dei risultati recentemente ottenuti, del tricolore che già indossavo fino al giorno prima, una semplice conferma di tutto…”

Come avete vissuto la gara? Avete avuto momenti di difficoltà o è andato tutto per il verso giusto?
Maria Cristina: “Sapevo che sarebbe stata molto dura, ho cercato di andare via subito ma dentro di me avevo il timore di non tenere quel ritmo tutta la gara, ma quando all’ultima salita Annabella era tornata sotto ho visto che stavo ancora bene allora ho cercato di dare il massimo e ci sono riuscita.”
Juri: “Ero pronto a tutto consapevole della mia grande condizione, sapevo che se i miei avversari volevano mettermi in difficoltà dovevano farlo nelle battute iniziali, e così è stato, ma ho risposto nel migliore dei modi. Poi quando è iniziata la salita lunga è andata…come dire… è andata in discesa.”

A parte il titolo italiano qual è il bilancio della vostra stagione fino ad oggi?
Maria Cristina: “Penso che anche il 2017 mi abbia dato già tante soddisfazioni, la convocazione in nazionale, il mondiale, tanti podi in gare importanti ma anche tante vittorie sempre vissute con il mio team e con il mio compagno di vita, ma è ancora lunga…”
Juri: “Bilancio più che positivo, a parte il mondiale che si è corso su un percorso non adatto alle mie caratteristiche dove ho cercato di difendermi come potevo, per il resto nelle date cerchiate in rosso ho centrato l’obiettivo massimo, quindi meglio di così…”

Quali altri obiettivi avete a breve termine?
Maria Cristina: “Ora mi godo la maglia e cercherò comunque di dare il meglio in ogni manifestazione a cui prenderò parte.”
Juri: “Il mio calendario ora prevede Alta Valtellina, Grand Raid, 3Epic, SwissEpic e Roc d’Azur, anche se penserò più a divertirmi piuttosto che all’agonismo puro.”

Un salto al recente passato. Avete qualche rammarico sul fatto che il campionato mondiale quest’anno si sia disputato su un percorso non propriamente adatto alle vostre caratteristiche?
Maria Cristina: “Io non ho nessun rammarico, ho dato il massimo e penso di averlo dimostrato, per me non esistono percorsi non adatti, siamo atleti ed il nostro lavoro è proprio quello di poter ogni volta lavorare su obiettivi e percorsi nuovi.”
Juri: “No, nessun rammarico, è normale che ogni tanto ci siano percorsi un po’ “diversi” dai soliti, la mountainbike non è fatta solo di salite ripide e discese tecniche. Magari sono solo un po’ sorpreso dal fatto che abbiamo corso sull’asfalto per il 50% del tracciato.”

Quali pensate siano le caratteristiche che vi hanno fatto emergere, i vostri punti di forza e, se pensate di averne, i punti deboli?
Maria Cristina: “Risposta semplice, il mio punto di forza sono salite lunghe e con belle pendenze, il mio punto debole non voglio espormi quindi me lo tengo per me.”
Juri: “La serenità con mia moglie e con il team è stata fondamentale per prepararmi al meglio agli obiettivi. Oltre a ciò quest’anno sono stato ancora più attento all’alimentazione e alla gestione mentale delle gare. In particolare ho adottato una strategia in certe gare importanti che, inconsapevolmente, avevo già utilizzato nelle mie migliori performance, è una sorta di cambio di visione della gara da un certo punto prestabilito del percorso. Inoltre ho ottimizzato la capacità di non preoccuparmi delle cose che non posso controllare durante una performance evitando di sprecare così energie psicofisiche inutilmente.”

Per ottenere risultati di alto livello è necessario avere uno stato psicofisico ottimale. Che percentuale assegnate ai due fattori per raggiungere la condizione ottimale?
Maria Cristina: “50 e 50, per ottenere obiettivi di questo livello ci vuole testa, cuore, gambe e soprattutto persone che ti aiutano a cercare i tuoi punti di forza e che dei tuoi punti deboli ne facciano ancora un’arma da combattimento.”
Juri: “Non c’è percentuale in quanto non sono complementari, ma sono strettamente necessari entrambi.”

Al settaggio delle vostre bike provvedete personalmente o vi affidate al team e, se volete svelarcelo, avete adottato qualche soluzione tecnica particolare?
Maria Cristina: “Io ho il meccanico in casa ma in questa gara ho praticamente lasciato tutto com’era, materiale ZeroFactory ad alto scorrimento, ruote Fyr con canale da 25, copertoni Barzo 2,25 anteriore e 2,1 posteriore, penso sia tutto.”
Juri: “Faccio quasi tutto io sulla mia bike perché aumento così il feeling con il mezzo. Ormai il mio utilizzo del reggisella telescopico Syncros Dropper 2.0 penso sia conosciuto, questo mi permette di essere più veloce e allo stesso tempo rilassato in discesa.”

Sportivamente parlando, avete un sogno nel cassetto?
Maria Cristina: “Ora mi godo il momento, al futuro e ai sogni poi ci penserò. Ho una maglia meravigliosa e dovrò averne cura, quindi per ora un mio sogno si è già avverato poi si vedrà….”
Juri: “Il sogno sarebbe la maglia iridata! ”
Facendovi un sincero in bocca al lupo per la vostra carriera, vi ringraziamo per aver condiviso con noi e i nostri lettori i vostri pensieri e le vostre emozioni.
(Aldo Zanardi)