Circoscrivi la paura e raggiungi i tuoi obiettvi

Spesso ciò che ostacola l’atleta nel raggiungimento dei suoi OBIETTIVI non sono tanto degli ostacoli reali e concreti bensì, semplicemente, la PAURA di realizzarli o di non realizzarli.
Ma come si fa’ a GESTIRE LA PAURA di realizzare, o di non realizzare, un obiettivo? E poi perché mai l’idea di realizzare un obiettivo dovrebbe fare così paura da ostacolarci nella strada verso il “successo”?
Nella risposta a queste domande si racchiude la spiegazione a tutti quegli “OSTACOLI MENTALI” che, ad un certo punto, portano alcuni atleti a “mollare”, “allentare” la forza di volontà che fino ad un attimo prima li sospingeva verso il traguardo. 
Nell’articolo di oggi vediamo insieme come circoscrivere e affrontare la propria paura in 3 semplici passi:
1°PASSO
Per prima cosa è utile CAPIRE da dove deriva questa paura? Qual è la sua origine?
Spesso gli atleti sono molto generici nel descrivere le proprie difficoltà “in allenamento mi sento bene poi però in gara mi blocco…” oppure “non riesco a sincronizzare corpo e testa…”.
CIRCOSCRIVERE la difficoltà percepita, e fare ORDINE nel caos mentale delle sensazioni sperimentate, è il primo passo FONDAMENTALE per comprendere la propria paura.
Prenditi un attimo tutto per te, pensa ad un tuo obiettivo e a ciò che ti fa’ paura rispetto adesso.
Prova ora a COLLOCARE la tua paura in una di queste 4 CATEGORIE PRINCIPALI:
PAURA DI FALLIRE
PAURA DI AVERE SUCCESSO
INCERTEZZA
PAURA DI RICEVERE DISAPPROVAZIONE
Queste, secondo alcuni studiosi, sembrano essere le 4 PAURE FONDAMENTALI da cui, troppo spesso, originano ANSIA e STRESS e che, purtroppo, possono ostacolare gli atleti nell’espressione di sé all’interno della performance determinandone talvolta l’insuccesso.
Una volta collocata la tua paura in una di queste 4 categorie, un’altra utile domanda che puoi porti è questa: “la mia paura è legata ad un problema reale o ad un problema non reale, ipotetico, che potrebbe verificarsi come anche non verificarsi?”.
Il secondo tipo di problema infatti (quello ipotetico e non ancora presente) comporta semplicemente un inutile dispendio energetico che distrae, inevitabilmente, dalla realizzazione delle performance del presente e dalla risoluzione di eventuali problemi reali.
2°PASSO
Una volta compresa l’origine della tua paura il secondo passo consiste nel IMMAGINARE e  DESCRIVERE, A TE STESSO, LO SCENARIO PEGGIORE in cui potrebbe evolvere la paura.
Spesso, infatti, le persone non riescono a descrivere nella propria mente lo scenario peggiore, preferiscono non pensarci ma il non pensarci FOMENTA ulteriormente la paura anziché ridurla: questo perché il “rifiuto” di pensare a ciò che ci fa’ paura fa si che ci resti addosso una sensazione di TERRORE o ANSIA priva dell’oggetto che la sta generando.
Se ti impegnerai ad immaginare lo scenario peggiore, ovvero l’evoluzione ipotetica della situazione che ti mette paura, ti scoprirai ad estremizzare talmente tanto la situazione che persino ai tuoi occhi potrà apparire addirittura ridicola, surreale ed effettivamente improbabile.
LO SCENARIO MIGLIORE
A questo punto immagina lo scenario migliore, la miglior evoluzione della situazione che ora ti sta mettendo ansia, e crogiolati nelle piacevoli e rassicuranti sensazioni che ne derivano.
Pensa a questo punto a ciò che puoi fare per avvicinare i tuoi pensieri allo scenario migliore; ragionare in questo modo ti permetterà di creare in te un ATTEGGIAMENTO MENTALE positivo in vista della performance.
3°PASSO
Fai attenzione al tuo DIALOGO INTERNO!!
Abolisci dal tuo linguaggio i termini MAI e SEMPRE. 
Impara ad individuare i pensieri negativi che ti racconti nell’arco della giornata ed ALLENATI a trasformarli in pensieri positivi.
Ciò che ti dici (o che pensi) ha il potere di suscitare delle EMOZIONI e SENSAZIONI REALI nel tuo corpo, come tensione, pesantezza, nausea e altri sintomi psico somatici; all’opposto i pensieri positivi si traducono nel corpo sotto forma di benessere, gioia, leggerezza e libertà mentale, tutte sensazioni che faciliteranno il tuo ingresso allo stato di flow.
Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport)
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