Senza parole: semplicemente Nino Schurter

Prima della partenza davanti allo stand del marchio di bici usate da Nino Schurter c’era scritto: Sarà la stagione perfetta? Go Nino. E stagione perfetta è stata. Ormai si è scritto talmente tanto sulle prodezze dello svizzero che veramente non ci sono più parole per quello che anno dopo anno sta scrivendo nel grande libro della storia della MTB. Solo quest’anno il grande Nino ha vinto la Cape Epic, la Coppa del Mondo, vincendo tutte e 6 le tappe in programma ed ora anche il Mondiale. L’ennesimo incredibile Mondiale. Il suo 6° Mondiale.In realtà è stata una gara più emozionante del solito. Sicuramente la più emozionante di questo Mondiale. Anche se a dirla tutta il pensiero che è venuto a molti è che Nino abbia giocato coi suoi avversari e che quando ha deciso di allungare, l’ha fatto, senza lasciare scampo a chi era con lui in testa alla gara.Una gara appassionante, con protagonisti anche atleti che nessuno avrebbe pronosticato tra i primissimi alla vigilia. Atleti che comunque non sono stati delle meteore, ma che poi abbiamo ritrovato davanti anche nella classifica finale.La storia della gara sta tutta negli ultimi due giri. In testa un terzetto, composto da Nino Schurter, da Jaroslav Kulhavy e da Thomas Litscher. Il ceco era decisamente in forma ed è stato il primo fin dall’inizio a cercare di mettere in crisi Schurter. All’ultimo passaggio sul traguardo i tre erano ancora insieme e aumentava la possibilità di vedere un arrivo in volata. Ma a smentire tutti (o se volete a dare ragione a chi diceva che Nino stava giocando), nell’ultimo giro Nino Schurter ha aperto il gas e a quel punto Kulhavy, logorato dal gioco di squadra svizzero, ha ceduto ed alzato bandiera bianca. Nino si involava verso l’ennesima vittoria, verso l’ennesimo titolo, verso il successo che gli consegna la stagione perfetta. Dietro Kulhavy centra la 2^ piazza a soli 7”, mentre Litscher, autore di una gara incredibile (e lui stesso incredulo all’arrivo) chiude col bronzo, la 5^ medaglia elvetica di giornata. Al 4° posto, altra sorpresa di giornata, il brasiliano Enrique Avancini, che riesce a fare meglio del compagno di marchio, il tedesco Manuel Fumic. 6° Lukas Fluckiger, che precede il mito Julien Absalon.Gli italiani? Forse ci si aspettava qualcosa di più, ma in una gara come il mondiale partire dietro e dover recuperare posizioni, tanto più con qualche problema meccanico, è un limite invalicabile. Al traguardo il migliore è Gerhard Kerschbaumer, col suo 13° posto, nonostante una foratura. Alla fine l’altoatesino è apparso rammaricato, ma soddisfatto: "Non è stata una gara fortunata, ma ci sono e sono convinto di poter essere coi primi. Partire dietro è un grosso problema e recuperare diventa impossibile perchè davanti vanno troppo forte. Questo percorso non era adatto a me, ma ripeto di essere in ottima forma ed essere consapevole che posso arrivare a giocarmela coi migliori".Anche Luca Braidot chiude nella Top 20, con il 17° posto, poco davanti a Marco Aurelio Fontana 21°: "Gara molto divertente oggi. Abbiamo provato ad ovviare alla non ottima condizione fisica, ma oggi più di così non potevo proprio fare." Vicini anche gli altri azzurri, con Daniele Braidot 27° e Andrea Tiberi 30°.Nella conferenza stampa dopo gara Nino Schurter ha espresso tutta la sua soddisfazione per l’ennesima vittoria, anche se non è mancato un pizzico di polemica. "Tra le gare in Europa e questa a Cairns ci sono delle differenze? Si." Anche se poi ha cercato di ammorbidire la sua risposta: "A me piace Cairns e il suo tracciato. Mi piacerebbe anche tornare in Nuova Zelanda a Rotorua. Ma una gara qui è troppo dispendiosa per tutti, soprattutto per i team e per le nazionali, anche se è logico che bisogna portare la MTB ovunque e quindi dare la possibilità anche a nazioni lontane di poter organizzare gare di alto livello."Il Mondiale 2017 dell’XCO si chiude quindi con il dominio di Nino Schurter e della Svizzera, che chiude con 4 ori, 1 argento e 3 bronzi. Maluccio l’Italia, nonostante tante buone prestazioni. 2 le medaglie di legno e il 6° posto nella staffetta fanno comunque ben sperare per il futuro.(Max Alloi)(ph. Max Bertello e Max Alloi – Solobike.it)