Cairns da 5. L’Italia rimane di "legno"

Anche i Mondiali 2017 di MTB sono in archivio. Atleti, allenatori, meccanici, giornalisti e fotografi sono ormai tornati a casa e per i più fortunati è arrivata l’ora di qualche giorno di vacanza.Il mondiale di Cairns non passerà di certo alla storia come un avvenimento indimenticabile, se non per il posto incredibile in cui è stato organizzato, ovvero la regione del Queensland. Nella presentazione a Nove Mesto l’anno scorso gli organizzatori avevano detto che sarebbe stato un Mondiale perfetto, ma alla fine di perfetto abbiamo visto ben poco. Praticamente nulle le segnalazione dell’evento sulle vie d’accesso, sala stampa rivedibile e che metteva a disposizione per giornalisti e fotografi solo acqua e soprattutto posta lontana dal campo gara. I percorsi erano praticamente gli stessi dell’appuntamento di Coppa del 2016, con l’aggravante che 2 mesi di siccità, nonostante in Australia sia inverno, hanno reso i tracciati troppo polverosi. I tracciati a detta degli atleti erano divertenti e se, mentre il DH era particolarmente ostico ed esigente fisicamente, quello di XCO era divertente, ma non presentava particolari difficoltà, punto di forza invece sia dei tracciati europei (e del Mondiale di Nove Mesto dell’anno scorso), che di quello di Mont Sainte Anne. Il posizionamento all’interno della foresta pluviale rendeva i tracciati difficili da seguire per gli addetti ai lavori e gli spettatori, anche perchè avventurarsi nel bosco per raggiungere la parte alta era improbabile, vista la possibilità di incontrare varani giganti e piante urticanti.Poco il pubblico presente e solo nelle gare di XCO del sabato e del DH alla domenica il parterre e i percorsi si sono leggermente riempiti. Se pensiamo al folto pubblico sulle tribune sul tracciato e all’arrivo della Repubblica Ceca, quello australiano non può che apparire come un Mondiale sotto tono. Lo stesso Schurter in conferenza stampa ha un po’ criticato l’organizzazione di Cairns e la scelta dell’UCI di assegnare un mondiale ad una location e ad una nazione che non ha la qualità organizzativa dell’Europa, anche se è logico che ogni tanto dall’Europa, per il bene del movimento, bisogna pur uscire.Le gare hanno regalato emozioni a sprazzi e forse per l’XCO la gara più emozionante è stata quella uomini Elite, quella che in realtà aveva alla partenza il pronostico meno incerto. Voto pieno per Nino Schurter e tutta la nazionale svizzera, che come al solito ha quasi fatto manbassa di medaglie. Anche la Francia si difende con onore, grazie anche alle medaglie conquistate nella giornata finale riservata al DH, con Bruni che ha chiuso ufficialmente il Mondiale. L’Italia chiude senza medaglie. E almeno dal punto di vista dei risultati la cosa non può essere soddisfacente. Il CT Celestino però può essere fiducioso per il futuro e se il buon giorno si vede dal mattino, ci sono parecchi giovani da far crescere al meglio. Nessun atleta a podio dicevamo, ma ben 4 medaglie di legno, con la beffa finale del bronzo prima assegnato e poi "scippato" alla Farina. Un po’ di inesperienza e un po’ di sfortuna hanno comunque giocato a sfavore degli azzurri, che hanno sfiorato il podio con Marika Tovo, Juri Zanotti, Eleonora Farina e con Beatrice Migliorini. Vicina alla medaglia anche la staffetta, che ha chiuso al 6° posto, ma ad una manciata di secondi dal 3° posto. Quelli che più sono mancati sono stati gli Elite, sia uomini che donne, ma tutti hanno dato tutto quello che avevano in questo momento della stagione e quindi, risultati a parte, tutti sono meritevoli della sufficienza.  Di certo c’è materiale su cui lavorare, ma soprattutto bisogna fare un esame di coscienza. Ci sono nazioni vicine a noi che sono inarrivabili da anni. Hanno una struttura organizzata e solida, un ricambio continuo e di anno in anno presentano sempre atleti in grado di ben figurare. A noi manca sempre qualcosa. Magari arriva l’acuto, ma con il movimento che c’è in Italia bisogna essere costanti e sempre competivivi e agguerriti. Bisogna rimboccarsi le maniche, tutti insieme e ripartire. O meglio per crescere. E tornare ad essere protagonisti e vincenti. Con costanza.(Max Alloi)(Ph. Max Alloi – Solobike.it)