S&H Program Training: il ciclocross

Wount Van Aaert e Mathieu Van der Poel in azione su un percorso sabbioso

Gli appassionati di CICLOCROSS ogni anno non aspettano altro che l’arrivo del mese di settembre per poter iniziare a seguire le competizioni più importanti a livello mondiale.
Una disciplina del fuoristrada questa che negli ultimi anni è tornata in voga anche in Italia avendo un seguito importante di appassionati e pubblico.
Il ciclocross comparve sulle scene ciclistiche molti decenni prima della Mountainbike.
Le prime gare si tennero in Francia all’inizio del XX secolo, ma solo nel 1947 ebbe l’onore di avere un campionato mondiale vinto poi da Jean Robic (vincitore di un Tour de France).
Negli anni seguenti le gare di ciclocross mutarono moltissimo: si passò infatti da percorsi in cui si poteva trovare qualsiasi tipo di ostacolo (fiumi da guadare, ostacoli ad altezza vita) ai percorsi odierni con regolamentazione UCI.
Le gare si tengono da settembre a febbraio e devono avere una durata che va dai 20’ per i più giovani ai 60’ per gli atleti elite.
I ciclisti gareggiano con qualsiasi condizione di meteo, in circuito che varia come lunghezza tra 1,5km e i 2,5 km, anche se negli eventi non ufficiali possono esserci variazioni.
I percorsi sono studiati per favorire cambiamenti di ritmo e includono diversi tipi di superfici, come strade, prati, sentieri nei boschi, ostacoli naturali e artificiali.
Si tratta di gare molto impegnative, dove i ciclisti possono avere a che fare con margini scoscesi, dune di sabbia e buche, scalinate e ponti che in molti casi costringono a scendere dalla bici e correre caricandosela in spalla.
Le bici da ciclocross hanno qualche tratto in comune con quelle da strada ma hanno comunque delle differenze strutturali importanti.
Sono concepite per affrontare terreni fangosi (come si nota dallo spazio forcella-ruota), per essere facilmente trasportate a mano, hanno un battistrada più largo (fino a 33mm) e hanno rapportature diverse a causa dalla bassa velocità.
Ammirare le gesta dei campioni di ciclocross fa brillare gli occhi degli appassionati, meravigliati dalla grande tecnica di guida e da un’intensità di pedalate davvero altissima.
Che caratteristiche deve avere un atleta di ciclocross?
Nonostante la sua ricca storia e la crescente popolarità, il ciclocross è un’attività tra le meno studiate dal punto di vista scientifico.
Se analizziamo il profilo di un ciclocrossista possiamo notare fin dall’inizio questi aspetti:
– le competizioni iniziano con una partenza da fermo ad un ritmo altissimo, dove ogni atleta cercherà di avere una posizione avanzata all’entrata dei primi tratti tecnici
– la partenza è quindi di vitale importanza, ma l’alta emissione di potenza unita alle difficoltà di trasporto dell’ossigeno può causare un serio debito di quest’ultimo.
Questo effetto può essere limitato da un buon riscaldamento che migliori il trasporto di ossigeno a inizio gara, riducendo il ricorso al metabolismo anaerobico.
– Durante l’intera gara quindi è necessario per l’atleta trovare un equilibrio tra lavoro e recupero per evitare numerosi “fuorigiri” che potrebbero portare alla comparsa prematura dell’affaticamento.
-il ciclocross è caratterizzato quindi da sforzi ad altissima intensità, dove in molti casi è richiesta una potenza maggiore rispetto alla potenza aerobica.
– La capacità anaerobica lattacida: fondamentale per l’atleta dedicarsi ad un allenamento con intervalli ad alta intensità per migliorare la propria capacità di sostenere i carichi di lavoro.
Analizzando tramite il misuratore di potenza e il cardiofrequenzimetro i dati di una gara di ciclocross possiamo giungere ad alcune conclusioni.
La distribuzione della potenza durante la gara può variare considerevolmente in base alle condizione del terreno e dai tratti del percorso stesso. E’ utile comunque avere un dato di potenza per analizzare le situazioni di gara e adeguare gli allenamenti.
Prendendo i dati invece della frequenza cardiaca notiamo subito come questi sono disaccoppiati dai cambiamenti di potenza, in un modo tale da variare pochissimo rispetto alla grande variazione del wattaggio.
La frequenza cardiaca media è davvero molto alta in gara, con valori vicini al 90-92% della FC massima.
I dati dimostrano comunque ciò che abbiamo sottolineato: il ciclocross è uno sport davvero durissimo.
Ai moltissimi amatori che mi chiedono se il Ciclocross possa essere un’attività consigliabile al biker durante l’inverno rispondo che molto dipende dalla programmazione durante tutto la stagione.
Dobbiamo sapere che non possiamo gareggiare 12 mesi l’anno, ma dobbiamo trovare dei periodi di riposo e recupero.
Il vostro preparatore vi aiuterà a periodizzare l’intera stagione.
Vorrei darvi un consiglio da appassionato e praticante del ciclocross: se non avete mai visto una gara dal vivo vi consiglio di andare a seguirne una.
Lo spettacolo del Ciclocross vi sorprenderà!!!

Se volete maggiori informazioni su come deve essere organizzato un allenamento di ciclocross scrivete a: shprogramtraining@gmail.com
(Giovanni Gilberti)