Schurter ancora iridato, ma che spettacolo Kerschbaumer!

L’altoatesino del Team Torpado impensierisce per tutta la gara uno scatenato Nino Schurter, che finalizza la medaglia d’oro nell’ultima tornata. Terza posizione per l’altro fenomeno Mathieu Van Der Poel.

Per la rassegna iridata svizzera, a Lenzerheide nei Grigioni, gli organizzatori si aspettavano complessivamente circa 30’000 spettatori. Ma sabato, per seguire le gare Elite, la fila ai botteghini era lunga già dal mattino, registrando ben 24’000 ingressi. Da sommare ai 15’000 tra mercoledi e venerdi, e quelli che affluiranno nella giornata di domenica.

Un successo ed un bagno di folla quindi, una coreografia spettacolare e colorata, rumorosa, elettrizzata dai beniamini locali, e galvanizzata dal bel tempo. Spostarsi sul percorso era difficoltoso, ma tutti volevano vedere da vicino i più grandi specialisti mondiali della disciplina.

Un cognome solo, per quanto riguarda i favoriti: Schurter, che abita a venti minuti dal tracciato, ma che ha speso le ultime due settimane proprio a Lenzerheide per preparare meticolosamente l’appuntamento iridato, e non poteva e non doveva perdere. Tutti contro Nino quindi, anche se la stagione 2018 ha visto anche altri protagonisti in Coppa del Mondo, personaggi illustri sui quali ha svettato il nostro Gerhard Kerschbaumer. “Mirko, sto bene”, la sua dichiarazione al c.t. Celestino dopo il Team Relay di mercoledi, lui che è molto più prodigo di fatti che di parole.

Alle 15.30 e sotto il sole a picco, non caldo a causa dei 1’500 metri di quota, scattano gli Elite con un boato del pubblico. Davanti Nino, e chi se no, che però dopo il giro di lancio si mette quatto quatto dietro al drappello dei più veloci, in controllo. Il percorso, tecnico e difficile ma non impegnativo altimetricamente, lascia una decina di corridori davanti.

Tra di essi il brasiliano Henrique Avancini, il neozelandese Anton Cooper, il francese Titouan Carod, gli elvetici Mathias Flueckiger e Florian Vogel, e il nostro Luca Braidot, a lungo in testa a questo drappello. Rimane indietro invece uno dei più grandi fenomeni del ciclismo moderno, Mathieu Van Der Poel, che instancabile gareggia – e vince – nel ciclocross, su strada, ed in mtb, al suo attivo anche la vittoria in Coppa del Mondo ad Albstadt. Non pervenuto Jaroslav Kulhavy, sulla lista dei favoriti secondo Nino.

Davanti, Schurter prende in mano la situazioni e sembra andarsene, ma Gerhard Kerschbaumer è attento, è in forma, e si incolla alla sua ruota. I due si avvicendano in testa, il gap non supera il metro, e nessuno dei due è intenzionato a mollare la scia dell’altro. Intanto dietro Van Der Poel fa valere la sua classe, gira più forte di tutti ed infila il gruppetto degli inseguitori per stabilirsi in zona medaglia di bronzo.

Nino ha la maggior parte del tifo dalla sua parte, ma “Gerry” è veramente in condizione e non ha nessuna intenzione di farsi staccare: e poi, ha già battuto il fuoriclasse elvetico non più di un mesetto e mezzo fa, sa quindi come farlo di nuovo. I due si fanno un po’ di elastico, ma la lotta sembra apertissima. Anche gli altri italiani figurano bene, in particolare Luca Braidot che pedala nelle prime dieci posizioni prima di un problema meccanico, precedendo il gemello Daniele.

All’ultimo degli otto giri in programma, dopo una serie infinita di attacchi, Nino Schurter riesce a distanziare di un poco Gerhard Kerschbaumer, e la folla va in visibilio. Anche Mathieu Van Der Poel si è avvicinato moltissimo ad un certo punto, ma questi attacchi della coppia al comando hanno volatilizzato le sue speranze per la vittoria.

Nino Schurter taglia il traguardo in prima posizione, per lui è la settima medaglia d’oro tra gli Elite, a cui si aggiungono le due conquistate tra gli Junior e gli Under23. Stesso percorso giovanile per Kerschbaumer, che per stavolta deve rimandare l’appuntamento con la maglia iridata Elite, ma che porta a casa il primo argento della storia azzurra. Meglio di lui fece solo Hubert Pallhuber nel 1997, mentre le medaglie di bronzo furono conquistate ancora da Pallhuber, da Luca Bramati e, quattro anni fa, da Marco Aurelio Fontana.

Il pubblico deve quindi ringraziare Kerschbaumer, che ha reso ancora più epica la vittoria di Nino, strepitoso come sempre o forse di piu’, il quale non ha certo avuto vita facile. “La mia seconda vittoria più bella, dopo le olimpiadi di Rio” – dichiarerà poi in conferenza stampa.

Daniele Braidot conclude nono, 12mo Luca Braidot, quindi 28mo Gioele Bertolini, 34mo Andrea Tiberi, 54mo Nadir Colledani davanti a Marco Aurelio Fontana.

I mondiali non finiscono qui, domenica infatti si chiudono con la festa della Downhill.

(AB)

Ph. Max Alloi/Max Bertello/Marco Meia – Solobike.it