Mythos Primiero Dolomiti, cronaca di un successo annunciato

Fiera di Primiero e San Martino di Castrozza hanno ospitato questo fine settimana Mythos Primiero Dolomiti, manifestazione che si affaccia per la prima volta nel calendario della mtb, e che lascia già un segno indelebile nella memoria degli atleti che hanno avuto la fortuna di partecipare. I motivi sono presto detti: le Dolomiti hanno offerto uno scenario di una bellezza incomparabile, complice anche la splendida giornata dal punto di vista meteo, e la macchina organizzativa guidata da Massimo Panighel, che con l’aiuto di Massimo DeBertolis ha predisposto dei percorsi emozionanti, ha funzionato alla perfezione. Quando ero ragazzo nel calcio si assegnava il “Seminatore d’oro” al miglior allenatore della stagione: se esistesse nella mtb un premio analogo per il miglior organizzatore sono certo che Massimo Panighel, coadiuvato da uno staff di altissimo livello, se lo sarebbe aggiudicato più volte. Non è stato certamente facile ripartire dopo tre anni di stop, ma abbiamo la sensazione che sia reiniziato un ciclo: con buona probabilità, come per il Montello e per il Cadore, sperando in un ruolo attivo delle amministrazioni e dei territori, il Primiero può giocarsi una carta importante nella promozione di uno sport che conta ancora molti appassionati.

Mythos Primiero Dolomiti, per motivi pandemici ben noti, ha avuto una gestazione breve, chiudendo il suo ciclo nel pomeriggio di venerdi, quando gli atleti hanno iniziato le operazioni di registrazione. Il palasport di Fiera, poi sede anche di premiazioni e pasta party, ha visto fluire con scioltezza i bikers, ben curiosi di mettersi in gioco in questa nuova esperienza, pronta per essere evento. Anche questa volta infatti si aveva la sensazione di prendere parte ad una competizione di livello internazionale: manifestazioni collaterali, palchi, striscioni, service e visi ben noti al mondo delle ruote grasse davano al contesto una intensità che ben difficilmente si trova. Ecco, a noi Mythos è sembrata proprio come la luce in fondo al tunnel: nel logo della manifestazione il ciclista stilizzato sembra l’incandescenza di una lampadina, anche se qui il livello è quello del led più avanzato.

I percorsi principali erano due: Marathon, di 84 km per circa 3200 metri di dislivello positivo e partenza da Fiera, e Classic, di 54 km con 1700 metri da superare con partenza da San Martino. Il percorso lungo era ovviamente molto impegnativo, ma anche il medio non dava tregua, visto che il dislivello negativo ha impegnato gli atleti in tratti di discesa piuttosto tecnici. Ben risolto il dilemma  logistico, visto che l’arrivo era comune, con un bike park ed un bus navetta al servizio degli atleti. Naturalmente hanno preso il via anche escursionisti ed e-bikers, per cui era stato predisposto un percorso specifico di 56 km, ovviamente senza classifiche.

La giornata, per quanto riguarda la parte agonistica maschile, ha avuto un protagonista assoluto, l’ex campione europeo marathon  Aleksey Medvedev, tesserato Soudal Lee Cougan, vincitore in settimana anche della Soprazocco Bike, e che vanta un palmares davvero invidiabile. Il russo ha dettato il ritmo fin dalle prime battute, lasciando agli avversari il ruolo degli inseguitori: dopo la prima lunga salita il vantaggio cresce, prima lento ma poi inesorabile: al ventesimo km sono venti i secondi di vantaggio su Tony Longo, compagno di team, e circa un minuto su Daniele Mensi, terzo atleta Soudal Lee Cougan, e su Martino Tronconi, primo dei molti atleti Wilier 7C Force presenti in gara. Dopo il GpM, a circa 1800 metri di quota, il tracciato si interseca tra la pista da sci ed il bike park: già si intravede che i discesiti troveranno pane per i loro denti, ma anche il divertimento à assicurato. Domenico Valerio, Nicola Taffarel e Jacopo Billi completano il gruppo di atleti che sembrano destinati a lottare, se non per la vittoria, quanto meno per un posto sul podio. La seconda salita importante porta ai 1600 metri del lago Calaita: dalle notizie che Elio Proch trasmette in diretta e che Paolo Malfer commenta dal traguardo, apprendiamo che Aleksey Medvedev ha perso il suo vantaggio, ridotto ad otto secondi, e lancia sguardi attenti alla ruota posteriore. In realtà il problema è momentaneo, il russo riprenderà a buon ritmo, mentre gli inseguitori sono a oltre tre minuti di distacco, con Tronconi in provvisoria terza posizione. Purtroppo per lui sarà vittima di un clamoroso errore di percorso insieme a Tony Longo, ed entrambi saranno esclusi dalla graduatoria finale: ne approfitteranno Jacopo Billi,  ottimo secondo a 5’ 21” e Domenico Valerio (KTM Protek Elettrosystem), giunto terzo a 5’52”.

Nella fase finale Medvedev dimostra tutto il suo stato di forma: preciso nelle discese, con gran ritmo nelle salite, anche nei tratti più ripidi. Dopo il ponte su funi in Val de la Vecia, splendido passaggio a circa 10 km dal termine, vola verso il traguardo, concludendo in in 4h 3’02”, iscrivendo per primo il suo nome in un albo d’oro che sicuramente annoterà altri campioni del suo calibro.

La gara femminile sfata un mito, quello che non si possa essere su altissimi livelli tanto nel cross country quanto nel marathon: Giada Specia (KTM Protek Elettrosystem), nonstante la givanissima età, conclude con un tempo eccellente, 5h03’45”, precedendo di 3’19” Sandra Mairhofer (RDR Pedale Leynicese) e Debora Piana (Team Cingolani), giunta a 4’03”.

Nel Classic  Andrea Zamboni (Carina Brao Caffè) batte in volata Simone Pintarelli (Pol.Bernstol), a entrambi assegnato il tempo di 2h32’22”: a 6’01” terza posizione per Sven Magdefessel (Wilier Force Germany). Giulia Pol (Gus Bike Team) vince tra le donne in 3h35’33” davanti a Carolina Pozzi (Alta Valtellina Bike) a 5’26” e a Chiara Gastaldi (Bombardier) a 7’50”.

Sul traguardo medaglia ricordo per tutti i finishers, ovviamente stanchi, ma molto soddisfatti per aver saputo concludere la sfida: davanti ad un piatto di pasta e ad un secondo di affettati e formaggi le fatiche sembrano svanire, e si cominciano a condividere i ricordi con gli amici. Molto bello anche il party finale, con birra e stuzzichini: qui poco sudore, ma molta allegria.

Nel pacco gara abbiamo trovato una sacca, il gadget ufficiale, prodotti in natura ed integratori. Ottimi come sempre i servizi, eccellente la segnalazione del tracciato e la presenza di numerosi volontari, con molti tratti esposti messi perfettamente in sicurezza. Non ci resta che ribadire la bellezza dei percorsi, con salite pedalabili e ben segnalate, e con discese spesso tecniche ed impegnative.

Non ci resta che concludere lasciandovi una sensazione di grande positività. Ogni volta che Pedali di Marca organizza una manifestazione si ha la sensazione di aver preso parte a qualcosa che mancava, che doveva ancora essere inventato. E per fortuna dei bikers e della mountain bike c’è qualcuno che, nella logica di valorizzare sport e territorio, è sempre “one step ahead”…

(Sandro Bongiorno)

Fonte: solobike.it

Ecco il link alle classifiche
https://www.endu.net/it/events/mythos-primiero-dolomiti/results

e al video predisposto da Mtb Granfondo, che ha curato con la consueta professionalità le riprese della gara.
https://www.youtube.com/watch?v=WCxyXyWA1Fw