KTM Protek Elettrosystem: intervista a Ricardo Fasoli
C’è chi a sedici anni sogna, e chi invece i sogni ha già iniziato a costruirli. Riccardo è uno di questi. Partito dai sentieri vicino a casa e cresciuto tra allenamenti, cadute, sacrifici e ripartenze, ha trasformato una semplice passione in un percorso serio, fatto di impegno quotidiano e risultati sempre più importanti.
Mentre molti suoi coetanei stanno ancora cercando cosa vogliono fare, lui ha già scelto: vivere la MTB con la determinazione di chi punta in alto e non ha paura della fatica. Dietro ogni gara ci sono tempo sottratto al divertimento, alle uscite con gli amici, agli hobby di un ragazzo qualunque. Ma ogni rinuncia ha aggiunto un tassello alla strada che oggi lo porta a compiere il passo più grande: entrare in un team professionale come KTM PROTEK ELETTROSYSTEM una realtà che crede davvero nel talento e nella crescita dei giovani.
Questa è la storia di Riccardo Fasoli, nato a Bergamo il 7 luglio 2009 e residente in provincia di Bergamo. Studente dell’Istituto Agrario “Mario Rigoni Stern” di Bergamo, è un ragazzo che non si accontenta, che non teme di sognare in grande e che sta trasformando la sua passione in un futuro possibile. Un futuro che, pedalata dopo pedalata, è già iniziato.
Con il suo ingresso nella famiglia KTM PROTEK ELETTROSYSTEM, Riccardo realizza un sogno. Ma conosciamolo meglio.
Come nasce la passione per la MTB
«Ho provato diversi sport: calcio, basket, nuoto… ma nessuno riusciva davvero a coinvolgermi. Vicino al mio paese c’era una scuola di ciclismo MTB: ho deciso di provare e, già dalla categoria G2, a 7 anni, ho capito che quella era la mia strada. Da allora non ho più smesso.
A 10 anni ho partecipato anche a un camp di kitesurf e mi sarebbe piaciuto approfondire, ma gli impegni con la bici si sovrapponevano e il ciclismo ha preso il sopravvento. Era chiaro che dentro di me stava nascendo qualcosa di più grande di un semplice hobby.»
La tua storia nel mondo della MTB
«Fin da giovanissimo ho partecipato al circuito Orobie Cup ottenendo buoni risultati, ma le vittorie importanti sono arrivate nelle categorie giovanili.
Da Esordiente 1° anno ho conquistato il bronzo ai Campionati Italiani XCO (Bielmonte) e l’argento agli Europei XCO in Svizzera.
Da Esordiente 2° anno ho vinto il titolo italiano XCO a Nave (BS), sono diventato Campione Italiano XCE a Carona (BG) e Campione Europeo Team Relay al Ciocco, oltre a vincere il circuito Italian Bike Cup.
Negli Allievi 1° anno ho conquistato il titolo italiano Team Relay con il Team Lombardia e, in fascia 2, l’argento agli Europei XCC e un’altra vittoria nell’Italian Bike Cup.
Ogni stagione mi ha lasciato qualcosa: una vittoria da ricordare, una sconfitta da cui imparare, una nuova consapevolezza.»
Cos’è per te la MTB e dove vorresti arrivare?
«La MTB per me è passione pura, divertimento, libertà. Mi ha fatto crescere, maturare e conoscere luoghi e persone che altrimenti non avrei mai incontrato. La fatica è parte di questo sport, lo so bene, ma la soddisfazione che provo dopo ogni allenamento e ogni gara è molto più grande del sacrificio che richiede.
Il mio obiettivo? Continuare a migliorare, vivere questo sport al massimo e provare, un giorno, a competere stabilmente ai livelli più alti.»
Cosa significa per te questa nuova avventura in KTM PROTEK ELETTROSYSTEM ?
«La chiamata della KTM è il coronamento del lavoro degli ultimi quattro anni. Ho sempre sognato di far parte di un top team, imparare da corridori più esperti e avere la possibilità di gareggiare nei principali circuiti nazionali e internazionali.
La società lecchese, negli ultimi anni, ha fatto emergere alcuni dei migliori talenti della mountain bike italiana, atleti che poi si sono affermati in tutta Europa.
Il mio augurio è crescere allo stesso modo, diventare protagonista e ripagare la fiducia della dirigenza e degli sponsor. Non prometto risultati immediati, ma posso garantire impegno totale: ogni giorno, in ogni allenamento e in ogni gara.»
Come ti definisci, come ragazzo e come biker?
«Sono un ragazzo volenteroso, che ama fare bene ciò che fa. Sono riservato, generoso e sensibile.
Non mi piace perdere e, per questo, a volte sono troppo severo con me stesso, come mi ricordano spesso i miei genitori. In bici do tutto, sempre. È il mio modo di essere.»
La cosa più importante della vita?
«In questi anni ho vissuto grandi soddisfazioni, ma anche delusioni e la perdita di persone a me molto care. Questo mi ha insegnato che il senso della vita è viverla al meglio, cercando di stare bene e di far star bene chi ci è accanto.
Vorrei ringraziare di cuore i miei allenatori e preparatori, che mi hanno sostenuto anche nei momenti più difficili, il Team Speed Bike Serio asd e Simonetta Carminati, e la dirigenza KTM e gli sponsor, per l’opportunità che mi stanno dando. Il mio obiettivo – conclude Riccardo – è ripagarli con dedizione e impegno costante, ogni giorno.»





