Kineticore: grande novità in casa Lazer

Lazer ha collaborato con Team Jumbo-Visma per la fase di sviluppo di KinetiCore. Come fornitore e co-sviluppatore dell’equipaggiamento della squadra, Lazer era in una posizione unica per ottenere un prezioso feedback dai professionisti su ciò che cercano in un casco e ciò che un casco dovrebbe fornire durante le estenuanti gare di più giorni come il Tour de France.

Il direttore commerciale e marketing di Lazer, Mike Smink, racconta che la squadra Jumbo-Visma era sempre impegnata in attività di sviluppo, non solo dei prodotti e dei materiali, ma anche delle abilità dei suoi corridori. “Erano alla ricerca di tutti i tipi di novità anche nel settore della nutrizione, e nell’ambito della nostra partnership non ci limitavamo solo a fornire loro i caschi. Saremmo disposti a investire in un ulteriore sviluppo e a contribuire a rendere la squadra più performante”.

I piloti professionisti hanno sfidato Lazer, prendendo come riferimento i loro caschi attuali e chiedendo di renderli più leggeri, più aerodinamici, più ventilati e più comodi, allo stesso tempo.

Gli atleti volevano un casco che garantisse un’aerodinamica avanzata per gli sprint finali”, dice Smink. “Ma doveva anche essere comodo durante i 200 km di corsa che precedono lo sprint”. A livelli professionali, un casco può potenzialmente significare la differenza tra una vittoria o una perdita, e piccoli aggiustamenti all’aerodinamica e al peso del casco possono far guadagnare secondi preziosi.

Il risultato di questa attività di ricerca e sviluppo con i professionisti è il nuovissimo Vento KinetiCore di Lazer: incredibilmente leggero per essere un casco da strada aero, con prestazioni aerodinamiche migliorate e ben ventilato, e dotato della nuova protezione ottimizzata KinetiCore integrata, e non come aggiunta opzionale.

È un casco ispirato dai professionisti, ma progettato anche per le gare di club e per il tempo libero, per i ciclisti che non si accontentano solo di un guadagno marginale. Questi atleti cercano il massimo del comfort e un design leggero che li aiuterà ad aumentare la velocità mantenendoli freschi con la tecnologia avanzata di ventilazione. Il casco Vento con tecnologia KinetiCore ottiene questo grazie al nuovissimo design aerodinamico, basato un angolo di 15°, che riduce il flusso d’aria nel primo punto di contatto e si avvale di una coda arrotondata per un’estetica migliore e più affusolata.

Tutto questo, sommato alla tecnologia di protezione Lazer ottimizzata incorporata, assicura la massima fiducia agli atleti che potranno spingersi fino ai loro limiti, sapendo di indossare la protezione KinetiCore.

“Il nuovo casco è davvero leggero e anche ottimamente ventilato. Per me è un buon casco per la maggior parte delle situazioni di gara e delle condizioni atmosferiche” ha dichiarato Sepp Kuss, rider del team Jumbo Visma.

Strada KinetiCore

Ci avvaliamo dei migliori professionisti come prova della validità dei nostri caschi, perché se sono buoni per percorrere 250 km di gara e poi per lo sprint per la vittoria, allora sono buoni anche per tutti i nostri clienti”, dice Van Waes. “Quindi Lazer non lavora per gli atleti professionisti, ci avvaliamo di loro per assicurarci che i nostri clienti abbiano i migliori caschi possibili”.

La storia che c’è dietro KinetiCore

Per rintracciare le origini della nuovissima tecnologia KinetiCore di Lazer, occorre viaggiare indietro nel tempo fino al 2010. Guido de Bruyne, responsabile R&S di Lazer, racconta che l’azienda voleva trovare un modo per aggiungere protezione rotazionale ai caschi, riducendo il peso complessivo. “Stavamo valutando le tecnologie alternative, ma il momento chiave è stato quando abbiamo iniziato a lavorare sul casco stesso, piuttosto che su qualcosa da aggiungere al casco”.

E ci chiedevamo: come realizzare qualcosa che non era mai stato fatto prima? Il team ha scoperto che la risposta stava nelle simulazioni al computer. “Abbiamo usato un software in grado di simulare la progettazione di un casco e le sue caratteristiche protettive prima di realizzarne lo stampo”, spiega il direttore generale di Lazer, Sean van Waes. Questo è stato cruciale per lo sviluppo di KinetiCore, perché una volta che il casco è nello stampo, il prodotto è essenzialmente finito, e per cambiarlo occorre tornare al punto di partenza.

Jackal KitiCore

Le simulazioni hanno permesso a Lazer di progettare caschi che soddisfacevano i parametri specifici richiesti per superare i test di certificazione. Questo ha reso la progettazione dei caschi meno costosa, più accurata e, soprattutto, più veloce. Dopo la progettazione, i prototipi che presentavano criticità potevano essere immediatamente scartati.

I prototipi sono stati anche inseriti in simulazioni d’impatto per permettere al team di vedere esattamente cosa accade non solo con gli impatti diretti, ma anche con quelli rotazionali. Gli impatti rotazionali si verificano quando un ciclista è in movimento e si scontra lateralmente con una superficie dura. È difficile offrire protezione da questi impatti, perché in queste situazioni il cervello tende a muoversi all’interno del cranio.

“Il simulatore ci dice cosa accadrà negli impatti diretti e negli impatti rotazionali, e questo ci ha garantito un vantaggio sulla concorrenza”, aggiunge Van Waes.

Zone a deformazione programmata

Il successivo grande passo avanti di Lazer è stato ispirato dai brevetti per la tecnologia per la protezione dei caschi. “I brevetti esistenti per le tecnologie di protezione per caschi ci hanno incoraggiato a puntare oltre una tecnologia simile a quelle già presenti sul mercato”, dice il direttore commerciale e marketing di Lazer, Mike Smink. Così, Lazer ha iniziato a lavorare sulla tecnologia di protezione integrata nel casco, e non aggiunta come un extra. Questo è stato il vero punto di svolta nello sviluppo, e ha portato a enormi progressi nella protezione dagli impatti, nella ventilazione e nella riduzione del peso e dell’uso della plastica, avendo eliminato la necessità di una tecnologia di protezione aggiuntiva.

Nell’ambito delle simulazioni, il team ha iniziato a progettare “blocchi” costruiti con schiuma EPS, progettati per deformarsi con l’impatto. La soluzione offre due vantaggi: rimozione di materiale dal casco e garanzia di una protezione potenzialmente avanzata. “Ci siamo concentrati sul fatto che quando qualcosa si rompe, quella cosa assorbe energia”, spiega De Bruyne. Il team si è ispirato alle “zone di deformazione” dell’ingegneria aeronautica e automobilistica, e in particolare al modo in cui elementi delle auto di Formula 1 sono progettati per deformarsi in caso di incidente, per assorbire l’energia dell’impatto e proteggere il pilota.

Il problema era rappresentato dai tanti modi in cui i blocchi potevano essere progettati e posizionati. De Bruyne stima che siano stati testati più di 5.000 caschi prima di arrivare alla configurazione vincente.

“Abbiamo lavorato duramente per valutare quale forma dei blocchi avrebbe fornito la migliore protezione. I blocchi sono stati poi copiati sui modelli di caschi Lazer esistenti, così abbiamo potuto fare confronti con e senza i blocchi”.

Il risultato sono le Zone a Deformazione Controllata (Controlled Crumple Zones) di KinetiCore, un insieme esclusivo di blocchi che si deformano con impatti diretti o rotazionali, deviando l’energia e allontanandola dal cervello.

Gli ostacoli lungo il percorso

Nello sviluppo della tecnologia KinetiCore, Lazer ha lavorato con l’Università di Berna, l’Università di Ghent e l’University College di Londra, oltre al Royal Institute of Technology di Stoccolma. Ma non è stato sempre facile. Come dice il direttore commerciale di Lazer, Peter Duynslaeger, “Le nostre ambizioni ci hanno quasi annientati”.

Negli anni della fase di sviluppo, man mano che il team si avvicinava all’obiettivo, la frustrazione cresceva, perché non ci avvicinavamo mai abbastanza. “A volte ci sembrava di fare due passi avanti e uno indietro”, dice Smink. “Ci stavamo avvicinando, ma non eravamo mai sicuri di quanto fossimo prossimi alla soluzione”.

Anche nell’estate del 2020, De Bruyne pensava che i progressi fatti non fossero sufficienti. “Non avevamo ancora visto il livello di prestazioni che cercavamo per i nostri caschi. Per arrivarci abbiamo dovuto fare dei cambiamenti drastici. La tecnologia KinetiCore non era ancora chiara per noi. La tecnologia era nuova, e cambiando i blocchi abbiamo cercato di capirla meglio. Ma allo stesso tempo volevamo progettare una gamma di caschi diversi che incorporassero tutti la tecnologia KinetiCore.

“È un processo di apprendimento costante”, aggiunge. “Stiamo ancora scoprendo il pieno potenziale della tecnologia KinetiCore e comprendendo il suo funzionamento, così il prossimo modello avrà prestazioni ancora migliori”.

Il percorso verso il successo

I membri del team hanno proseguito per tentativi, fino a quando alla fine ci sono riusciti. In molti momenti cruciali hanno capito che KinetiCore era la via da seguire per raggiungere risultati speciali. Per De Bruyne, il primo momento chiave è stato quando la tecnologia KinetiCore ha superato i test di impatto dell’Università di Strasburgo. “Abbiamo dimostrato che KinetiCore ha fatto quello che prometteva di fare”, dice De Bruyne. In quel momento ho pensato che potevamo farcela.

“Ho capito che la tecnologia KinetiCore sarebbe stata davvero producibile e che l’avremmo lanciata entro un anno”, aggiunge Smink.

Un altro successo è arrivato quando Virginia Tech ha premiato tre modelli KinetiCore con 5 stelle (‘Best Available’), nell’ambito delle sue valutazioni indipendenti dei caschi da bici. Queste valutazioni si sono aggiunte alle molte che Lazer ha già ottenuto per la sua gamma attuale, e che ne fanno il marchio che detiene il maggior numero di valutazioni a 5 e 4 stelle per i caschi da ciclismo. “Questo è stato estremamente importante, perché testano sei punti di impatto, ricostruendo impatti reali piuttosto che impatti casuali su un casco”, dice De Bruyne. “I test si basano sulle aree interessate da molti incidenti. Inoltre, i test indipendenti hanno confermato che siamo riusciti a ottenere gli stessi livelli di protezione con una tecnologia integrata, e non aggiunta come un extra”.

Uno dei numerosi vantaggi di KinetiCore è che non ci sono davvero limiti a questa tecnologia, può essere incorporata in ogni casco Lazer per ogni tipo di ciclista, dai caschi per i più giovani fino ai caschi di fascia alta, destinati ai ciclisti su strada che cercano migliori prestazioni aerodinamiche. KinetiCore offre il massimo del comfort, della leggerezza e della ventilazione, oltre alla protezione da varie tipologie di impatti che interessano i ciclisti. Eliminando il materiale per aumentare la ventilazione e per le Aree a Deformazione Controllata, Lazer riduce anche il suo impatto sull’ambiente, usando meno plastica rispetto ai precedenti modelli comparabili.

“KinetiCore ha tutti gli ingredienti per diventare il numero uno nel campo della protezione dagli impatti rotazionali”, dice Duynslaeger.

L’azienda è sempre impegnata a migliorare i suoi caschi per rimanere all’avanguardia nella tecnologia protettiva, per questo i clienti possono pedalare nel comfort e con la fiducia che deriva dalla protezione KinetiCore.

“Questo spiega perché Lazer sia ai vertici di questo settore da oltre 100 anni”, aggiunge Smink. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di proteggere i ciclisti dagli incidenti, nel modo più comodo ed elegante possibile. E KinetiCore si allinea a quella che è la missione della nostra azienda fin dall’inizio: ‘Contribuire a creare una società nella quale i ciclisti possano godersi le loro bici in tutta sicurezza’”.

INFO: https://www.lazersport.com/it