Il neo Tricolore Juri Zanotti e la sua “mentalità vincente”

Protagonista della mia rubrica “I percorsi della mente”, oggi, è il neocampione italiano under 23 nella specialità cross country, Juri Zanotti. Un giovane promettente che, fin dalle categorie giovanili, ha compreso l’importanza del mental training come parte integrante di una buona preparazione atletica.

Juri, nella mtb conta di più la testa o le gambe?

Credo che la testa conti molto di più delle gambe.

Al di là della gara, se in settimana mi alleno “con testa” questo fa la differenza sulla prestazione.

Allenarsi “con testa” significa prepararsi mentalmente, già in settimana, a raggiungere il proprio obiettivo; significa vivere mentalmente, in anteprima, le diverse circostanze che potrebbero venirsi a creare in gara in modo da prepararsi ad affrontarle e gestirle al meglio.

Nella tua carriera agonistica ti sei mai rivolto ad uno psicologo dello sport?

Si, credo di essere stato uno dei pochi fortunati ad avere avuto la possibilità, già nelle categorie giovanili, di partecipare a degli incontri di gruppo tenuti da una psicologa dello sport, Elisabetta Borgia.

Ho trovato quegli incontri molto interessanti; Soprattutto mi sono reso conto che, come i miei compagni, spesso in gara tendevo a parlarmi in modo negativo, non ci avevo mai fatto caso prima!

Da quel momento ho imparato a modificare il mio modo di parlarmi in gara, ho iniziato a parlarmi in modo positivo, ho smesso di usare le negazioni, ho imparato a convincermi e a ripetere nella mia mente che ce la posso fare, anche nei momenti di difficoltà.

Imparare a controllare e a gestire il proprio dialogo interno è una tecnica basilare del mental training; Spesso, in gara, gli atleti senza rendersene conto formulano molti pensieri negativi, atteggiamento mentale che porta a deconcentrarsi, demotivarsi e a sentire molto di più la fatica.

Apprendere “l’arte” del pensare in positivo consente di correggere i pensieri disfunzionali con sorprendenti effetti sulla propria capacità di gestire la prestazione e di tollerare la fatica e il dolore.

Quali sono, secondo te, le caratteristiche mentali più importante per un atleta che pratica il tuo sport?

Secondo me è solo una: l’abilità del non mollare mai!

Quanti atleti, fisicamente dotati e atleticamente preparati, non riescono a finire le gare perché cedono mentalmente di fronte ad ostacoli e difficoltà? L’abilità del “non mollare mai”, come la definisce Juri, è la capacità di tenere alta la motivazione indipendentemente dalle circostanze sfavorevoli che possano verificarsi in gara.

Le tecniche di mental training insegnano all’atleta ad utilizzare la propria mente per fare proprio questo: attraverso il dialogo interno, le visualizzazioni mentali e, soprattutto, un’adeguata definizione degli obiettivi è possibile tenere alto il livello di motivazione anche di fronte alle difficoltà.

Juri, qual è invece il tuo punto di forza dal punto di vista mentale?

Penso che il mio punto di forza, dal punto di vista mentale, sia l’approccio alla gara.

Nei giorni, ma anche nelle settimane prima delle gare, riesco a focalizzare i miei obiettivi, aiutandomi anche con delle visualizzazioni mentali, pensiero positivo e tecniche di respirazione.

Io so arrivare mentalmente pronto alla gara, mentre vedo che tanti miei coetanei arrivano alla gara allenati si, ma mentalmente non sono preparati.

Quanti atleti vivono i giorni prima della gara con stress e tensione eccessiva? Quanti atleti passano intere settimane, prima della gara, a preoccuparsi per le condizioni meteo o per eventuali imprevisti che potrebbero verificarsi in gara?

Prepararsi mentalmente ad affrontare la gara significa immaginarsi nell’atto di affrontare e gestire anche condizioni avverse che potrebbero verificarsi e ostacolare la performance; come ci ricorda un vecchio, ma attuale, aforisma “La mente è fatta per pensare… non per preoccuparsi!”

Juri, hai delle routine pre- gara che esegui abitualmente prima dell’inizio delle gare?

Si, ho due gesti che mi porto dietro da anni e che ripeto sempre prima delle gare perché mi danno sicurezza:

1.La mattina della gara mi allaccio le scarpe da bici sempre nello stesso modo e mantenendo lo stesso ordine;

2.La seconda routine riguarda il mio modo di fare riscaldamento pre- gara, lo faccio sempre allo stesso modo.

Le routine pre- gara non hanno nulla a che vedere con i rituali scaramantici, si tratta piuttosto di un insieme di gesti e movimenti che, abbinati alla gestione del dialogo interno, aiutano l’atleta ad entrare nella giusta condizione mentale (di massima concentrazione) in vista dello start.

In gara, dal punto di vista mentale, come affronti eventuali imprevisti meccanici o cadute?

Mi viene in mente, ad esempio, l’anno scorso al campionato italiano di Genova: in quell’occasione ho forato più di una volta in gara e, ogni volta che foravo, cercavo di non pensare alla foratura in sé o a come avrebbe potuto compromettermi la gara, piuttosto mi concentravo su quello che dovevo fare nell’immediato, sul box che si avvicinava; in quei momenti cerco sempre di parlarmi in positivo.

È fin troppo semplice demoralizzarsi o perdere la concentrazione in gara di fronte a guasti meccanici o imprevisti di altro genere, ben più difficile è imparare a mantenersi lucidi e concentrati sulla gestione del momento presente.

Anche in questo caso la capacità di bloccare sul nascere i pensieri negativi, e di visualizzare nella propria mente il da farsi per affrontare la situazione, è una tecnica mentale vincente.

Juri, ti capita mai di provare ansia prima della gara?

Da Giovanissimo e da esordiente Si! Stavo proprio male la domenica quando andavo alle gare, mi sentivo in dovere di fare bene e, questo pensiero, mi bloccava; non riuscivo a mangiare la mattina, così arrivavo alla gara che mi sentivo “vuoto”.

Poi un giorno mi è “scattato” qualcosa in testa, ci ho pensato bene, e mi sono detto “ma che senso ha che mi alleno bene durante la settimana e poi, la mattina della gara, sono così agitato che non riesco a mangiare e per questo butto via tutto l’allenamento fatto in settimana?”

Da quel momento, modificando il mio approccio mentale alla gara, ho imparato a gestire l’ansia.

Diversi atleti, ancora oggi, parlano dell’ansia pre- gara come se fosse una condizione che arriva imprevista e inaspettata senza possibilità di gestirla, ma non è affatto così!

L’ansia pre-gara ha origine nella propria mente: imparare a gestire il dialogo interno, in abbinamento a specifiche tecniche di respirazione, aiuta l’atleta a prevenire ed affrontare l’ansia.

E quest’anno, la mattina del campionato italiano a Pila, eri molto agitato?

Il campionato italiano porta con sé un’emozione pre- gara diversa, è una gara che sento sempre un po’ di più delle altre.

In realtà già al mattino, quando ho visto che non pioveva, mi sono sentito più sollevato.

Quella mattina avrei corso alle 11 quindi diciamo che, tra una cosa e l’altra,, non ho avuto molto tempo per “preoccuparmi”, avevo altro a cui pensare.

Mi sono concentrato sul riscaldamento pre- gara e sul controllare le pressioni delle gomme, mi sono occupato del setup alla bici e, focalizzarmi su questi aspetti, mi ha aiutato a restare sereno e concentrato.

L’ansia trae origine da preoccupazioni inerenti il futuro, pertanto, imparare a focalizzare il momento presente e a formulare pensieri che riguardano la gestione dell’immediato aiuta a tenere sotto controllo lo stato psico- fisico di attivazione che, prima di una gara, deve essere certo alto… ma non troppo.

Qual’ è stata per te, da quando corri, la gara più difficile da gestire dal punto di vista mentale?

La più difficile è stata la prima gara di questa stagione, a Verona: la mia prima gara da under 23.

Pensavo di essere pronto per la gara, avevo la forma che ho di solito ad inizio stagione e, visto che venivo da una stagione da junior in cui ero andato forte, mi aspettavo di andare bene, invece non è stato così.

La parte più difficile da gestire mentalmente è stata lo scontro tra le mie aspettative molto alte e quella che è stata la mia reale prestazione in gara.

Nel passaggio da junior ad under 23 ho realizzato che ogni anno inizi tutto da capo, anche se l’anno precedente avevo vinto molto, mi sono reso conto che in questa stagione non contava più.

Al contrario, quest’anno in Val di Sole, è stata una delle gare che ho gestito meglio mentalmente: sono partito sicuro che avrei fatto una bella gara ed in effetti è stato così.

Visualizzarsi nel fare un’ottima gara, immaginare di essere in ottima forma per fare una buona prestazione è di certo motivante, tuttavia è utile anche immaginare e visualizzarsi nell’atto di affrontare eventuali difficoltà in gara: questo atteggiamento mentale permette di gestire più efficacemente anche lo stato di frustrazione conseguente al confronto tra aspettative e realtà.

Un’ultima domanda Juri, quale consiglio daresti ad un giovane bikers che, come te, si sta cimentando in questo sport con il desiderio di farne una professione?

Spesso sento dire “I giovanissimi alla loro età si devono solo divertire!”

Io penso che chi dice ai giovanissimi che alla loro età bisogna divertirsi ha solo il 50 per cento di ragione e il 50 per cento torto.

Io a un giovane direi “divertiti! però cerca anche di imparare il più possibile da chi è nell’ambiente, dai professionisti e da come si allenano.” io ho fatto così.

Grazie a Juri Zanotti per l’intervista ed in bocca al lupo per i tuoi prossimi obiettivi.

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Dott.ssa Maffi Claudia (psicologa dello sport)

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Fonte: Solobike.it