Il caso Mensi: cosa è successo e quali le conseguenze?

Le voci giravano da tempo nell’ambiente, ma per correttezza era giusto aspettare prima di pubblicare notizie inesatte che avrebbero potuto danneggiate l’atleta e il Team. Il 3 agosto, nella pagina dell’UCI dove compaiono i nomi degli atleti che hanno violato norme del regolamento anti doping, è apparso il nome di Daniele Mensi e a questo punto abbiamo voluto capire cosa fosse successo e le conseguenze per l’atleta. Di seguito la ricostruzione dell’accaduto.

Il 22 aprile, a Spilimbergo (PN), al termine del campionato d’Europa Marathon, durante il controllo anti doping, all’atleta Daniele Mensi è stato chiesto se aveva qualcosa da dichiarare. Quest’ultimo, come ha sempre fatto anche in passato in analoghi controlli, ha dichiarato di prendere il Reventy 92/22, un farmaco contro l’asma bronchiale persistente che gli era stata diagnosticata definitivamente nel lontano 2008.

Questo farmaco contiene il vilanterolo che dal 2017 è stato inserito nella lista WADA delle sostanze proibite.

L’UCI ha verificato se c’era la richiesta di esenzione (c.d. TUE Therapeutic Use Exemption) che permette agli atleti di gareggiare sotto controllo medico, nonostante l’assunzione di farmaci altrimenti vietati. Dal momento che quest’ultima mancava l’UCI ha contestato all’atleta l’assunzione volontaria del farmaco vietato.

A quel punto, grazie gli avvocati Polato De Toni e Rigo e i professori Montisci e Favretto dell’Università di Padova, che lo hanno assistito, Daniele Mensi ha fornito le spiegazioni del caso: “Sono riuscito a dimostrare che ero assolutamente in buona fede perché a tutti i controlli precedenti ero risultato negativo nonostante, come detto, debba assumere quel farmaco da sempre, perché la quantità di sostanza salvavita che prendevo e sto continuando a prendere è minima, un puff/die pari ad 1/ng e, perché come accertato dalla analisi, è stata rilevata che il quantitativo rinvenuto nel mio organismo non poteva produrre alcun miglioramento delle mie prestazioni e quindi era stata utilizzata solo a fini terapeutici e perché chi doveva informarmi della necessità di chiedere preventivamente una Tue e doveva predisporla, non l’aveva fatto assumendosi la responsabilità dell’errore davanti all’UCI”.

A quel punto l’UCI ha compreso che si è trattato di negligenza, ha proposto una squalifica di quattro mesi con decorrenza dal 31 maggio fino all’1 ottobre 2018. Dopo averci pensato per diverse settimane il 31 luglio a malincuore Mensi ha dato mandato ai suoi avvocati di accettare la sentenza. “Con grande sofferenza oggi 31 luglio ho deciso di accettare la proposta di UCI che ha ben compreso quale sia stata la mia condotta e quindi ho definito in fase istruttoria la vicenda con una specie di patteggiamento anche perché non sarei stato in grado di sostenere i costi di un vero processo avanti il Tribunale Svizzero e consapevole che le regole del nostro ambiente impongono comunque all’atleta la massima attenzione e la responsabilità anche quando chi dovrebbe saperne più di noi sbaglia”.

Il 3 agosto il nome di Daniele Mensi è comparso nella pagina dell’UCI dove compaiono i nomi degli atleti che hanno violato norme del regolamento anti doping.

Al momento della pubblicazione di questo articolo il suo nome non era ancora presente nella pagina della FCI dove compaiono i nomi degli atleti colpiti da provvedimenti disciplinari

La sua squalifica terminerà a fine settembre e quindi lo rivedremo in sella in ottobre alla Roc d’Azur.

Daniele Mensi al termine di questa vicenda che per lui è stato un incubo ha detto: “In cuor mio sento di non aver tradito nessuno e di aver sempre gareggiato contro i miei colleghi e amici senza barare. Voglio ringraziare mia moglie Sara, la mia squadra dal mio direttore sportivo Stefano Gonzi a tutti i compagni e collaboratori che mi sono stati davvero molto vicini nel periodo più difficile della mia vita. Resto fermo quattro mesi perdo il mondiale ma tornerò più forte di prima e con la TUE!”

(Aldo Zanardi)

Fonte: Solobike.it su base comunicato dell’atleta