Christoph Sauser e Rebecca Gariboldi sono i vincitori del Langhe Gravel Alba

Competizione su fondo misto, valida come seconda prova del Gravel Road Series, bella quanto impegnativa che rimarrà nel cuore dei riders che hanno portato a termine il favoloso percorso.Franco Monchiero, questa volta impegnato nella doppia veste di supervisore del circuito e di organizzatore della prova nella sua Alba l’aveva detto:  “Questo percorso è veramente Gravel…ho cercato di disegnare una gara che rappresenti nel modo migliore quello che per me deve essere questa specialità…lo adoro”.Così è stato e sulle Langhe, le dolci colline che circondano Alba, è andata in scena una gara su fondo misto dall’alto contenuto tecnico e il giusto spirito agonistico.Sì, perché se i paesaggi magnifici attraversati in sella tra asfalto e sterrato, su e giù da colline costellate di immense distese di vigneti, da cui nascono vini famosi in tutto il mondo, dentro e fuori i bellissimi borghi antichi, dove bere e mangiare bene è una piacevole certezza, rimandano inevitabilmente ad un modo più turistico di vivere il ciclismo, il fervore agonistico Domenica 11 Giugno certo non è mancato.Del resto, tra i quasi cento iscritti alla seconda prova del circuito Gravel Road Series Specialized, si sono presentati sul palco dello start alcuni indiscussi big del ciclismo. Su tutti il quattro volte Campione del Mondo di Mtb (tre nella specialità Marathon e una nel Cross country) Christophe Sauser, in sella ad un’inedita specialissima da Gravel della Specialized.Nella sfida ha trovato pane per i suoi denti: al suo fianco, infatti, sono partiti insieme per il primo trasferimento Martino Fruet, Marco Dotta, Alex Lupato e Emanuele Poli.  E dalla prima Prova Speciale è stata gara vera e dura, soprattutto fra i due storici biker Fruet e Sauser che ormai da anni, ovvero da quando correvano entrambi la World cup di Xc, non incrociavano le ruote.Alla fine, tutto si è deciso nell’ultima delle tre speciali in programma, dopo un’entusiasmante sfida sul filo dei secondi. Fruet, infatti, ha vinto la prima Ps, la più breve e veloce, ma ha dovuto subire l’inarrestabile rimonta di Sauser che, vincendo le Speciali 2 e 3 (più lunghe e tecniche), ha fatto registrare un tempo complessivo di 32’ e 20” e, alla fine, ha battuto Martino Fruet per soli 6 secondi. Al terzo posto si è classificato il forte albese Stefano Corino, già vincitore della prima gara Gravel (allora si chiamava “B-Road”) a La Morra  nel 2015, che ha preceduto l’endurista Matteo Raimondi, particolarmente a proprio agio anche sulle gomme più strette, visto che ha fatto registrare il quarto tempo assoluto e il primo nella categoria Under 23, mentre Alex Lupato è stato rallentato da una foratura durante la Ps 2. Nella categoria femminile, invece, la giovane e fortissima Rebecca Gariboldi, ciclocrossista e biker del team Isolmant Specialized, ha bissato il successo di Castellania, davanti a Maria Elena Mastolia e Ania Bocchini, ipotecando così il successo finale del circuito,visto che resta solo una prova da correre.Risultati e classifiche a parte, quella di Alba è stata una manifestazione molto particolare, dal sapore unico ed inebriante che, per quanto resa impegnativa dal caldo, ha divertito molto i partecipanti e, sicuramente, ha aperto la strada ad un nuovo modo di intendere il Gravel. Il format di questo circuito, ideato dallo stesso Monchiero e Cristian Trippa, infatti, si ispira alle competizioni enduro, quindi con prove speciali cronometrate e trasferimenti ad andatura libera vincolati solo dal controllo orario. In questo caso, a grande richiesta da parte dei partecipanti della prima prova, si è deciso di inserire  molti settori off road, dove non contava solo pedalare ma anche guidare la bici con la giusta tecnica e padronanza sui fondi sconnessi e sterrati.Nei circa 80 Km di gara, tra trasferimenti e Prove Speciali, i concorrenti hanno percorso molto sterrato e l’aspetto tecnico è stato predominante. Insomma, c’era da divertirsi anche nella guida, e non solo da pedalare e godendosi il panorama bellissimo, altro punto di rilievo assoluto di questo evento.Il percorso, infatti, si snodava su e giù per le colline, caratterizzato da strappi brevi e mai veramente “cattivi”, anche se a tratti impegnativi, e ha attraversato diverse tenute all’interno di vigneti con importanti cantine, dove nascono vini preziosi, come il Barolo, il Barbaresco e altre perle della enograstronomia piemontese.Un paesaggio, quello delle Langhe, “scolpito” dal lavoro dell’uomo che non ha eguali (e per questo consacrato nel giugno 2014 con l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO), reso ancora più amabile da una cucina ricca di sapori, colori e profumi, capaci di esaltare i sensi.Un piccolo assaggio di cotanta bontà, i partecipanti l’hanno avuto durante i ristori, dove hanno trovato anche vino pregiato e varie prelibatezze locali, e alla fine della manifestazione, dove le premiazioni finali sono state attese festosamente, tra i mille racconti di una giornata da incorniciare, con un bicchiere di buon vino in una mano e il sorriso ben stampato sulle facce stanche, ma appagate e contente, degli stessi protagonisti.