Avancini e Langvad sbaragliano la concorrenza al Mondiale Marathon

Alla vigilia la danese Annika Langvad era tra le favorite, ma probabilmente nessuno aveva preso in considerazione il brasiliano Henrique Avancini come protagonista su un percorso così duro. Alla fine, a sorpresa, è stato proprio il brasiliano ad imporsi sull’austriaco Daniel Geismayr e sul colombiano Leonardo Paez. Nella gara femminile, nettamente alle spalle della danese, l’austriaca Christina Kollmann-Forstner e la polacca Maja Wloszczowska. I migliori italiani entrambi in quinta posizione sono Samuele Porro e Mara Fumagalli.

Auronzo di Cadore (BL) ha ospitato la sedicesima edizione dei Mondiali Marathon, la quarta in Italia, ed è stato un grande successo.

La gara maschile prende il via alle 9.00, per un percorso di 102 km con 4.200 metri di dislivello.

La durezza del tracciato consiglia agli specialisti di non esagerare nelle battute iniziali e a prendere l’iniziativa sono gli specialisti dell’XCO, con lo statunitense Howard Grotts ad attaccare fin dalle prime rampe del monte Agudo.

Alle sue spalle anche un altro uomo dell’XCO, in brasiliano Henrique Avancini, ma i due avevano poco credito sulla carta e sembrava non potessero impensierire i maratoneti.

In parte così è stato, lo statunitense viene risucchiato dal gruppo, ma il brasiliano rimane sempre nelle posizioni di testa. Non appare in grande giornata il campione del mondo uscente, l’austriaco Albana Lakata. Si forma un gruppo di una decina di concorrenti, comprendente, oltre al brasiliano, l’austriaco Daniel Geismayr, il russo Alexey Medvedev, lo svizzero Mathias Flueckiger, il colombiano Leonardo Paez, il ceco Kristian Hynek e i due azzurri Samuele Porro e Juri Ragnoli.

La gara prosegue, ma nessuno prende l’iniziativa con decisione.

La gara esplode a 30 km dall’arrivo, dove Medvedev è vittima di un contatto che gli crea un problema meccanico rallentandolo. In due prendono l’iniziativa, Avancini e Geismayr, seguiti a breve distanza da Paez. Perdono terreno gli altri, con Porro e Ragnoli che procedono appaiati.

Paez riesce a rientrare sulla coppia di testa e i tre guadagnano margine sugli avversari.

Sulla ciclabile che riporta ad Auronzo il terzetto di testa procede di buona intesa e si capisce che saranno loro a giocarsi le medaglie.

Sugli strappi finali le posizioni non cambiano e tutto si gioca nei chilometri finali intorno al lago di Auronzo.

Sul rettilineo d’arrivo la folla è trepidante e il primo ad apparire è il brasiliano, seguito a pochi metri dall’austriaco, mentre Paez non è riuscito a tenere le ruote e chiude staccato di una manciata di secondi.

Quarto giunge lo svizzero Flueckiger, mentre quinto, primo degli azzurri è Samuele Porro. A completare la top ten sono un arrabbiatissimo Alexey Madvedev che sentiva di potersi giocare la vittoria senza l’incidente, Kristian Hynek, il tedesco Andreas Seewald, Juri Ragnoli e il Norvegese Ole Hem. Chiude dodicesimo Alban Lakata.

Avancini spiega così il suo inaspettato successo: “Sapevo di essere in forma, ma ero anche consapevole di essere un outsider. Per giocare al meglio le mie carte ho provato a rompere il ritmo per mettere in difficoltà gli specialisti delle marathon…e penso di esserci riuscito. Arrivo da una stagione intensa nell’XCO, ma non mi piace distinguere le discipline! Non ho preferenze: corro cross country, gare a tappe, eliminator e marathon…quindi mi sento prima di tutto un biker e in questa stagione ho provato a dimostrarlo. Certo, non mi aspettavo di chiudere l’anno con un titolo mondiale”.

La gara femminile, che prende il via alle 9.45 per un percorso di 89 km e 3.400 metri di dislivello, ha avuto una sola protagonista. La danese Annika Langvad ha imposto da subito un ritmo altissimo, facendo grande selezione.

Alle sue spalle sembrava reggere il passo la norvegese Gunn-Rita Dahle Flesjaa, ma ben presto anche lei si deve arrendere al ritmo imposto dalla danese. A circa metà gara la Langvad è solitaria al comando e al suo inseguimento sono l’austriaca Christina Kollmann-Forstner, la polacca Maja Wloszczowska, l’azzurra Mara Fumagalli, la svizzera Ariane Luethi e la sorprendente campionessa del mondo XCO, la statunitense Kate Courtney.

Nel finale nulla cambia, nemmeno una caduta della battistrada le impedisce il meritato successo.

In seconda posizione chiude Christina Kollmann e Maja Wloszczowska va a completare il podio. Gunn-Rita Dahle Flesjaa riesce a rientrare e saltare Mara Fumagalli proprio nelle batture finali.

Annika Langvad, reduce dallo splendido argento agli ultimi Mondiali di Cross-Country, ha commentato la sua gara: “È stata davvero dura, sicuramente la più selettiva cui abbia mai partecipato. Ho provato ad essere aggressiva fin dalla prima salita e mi sono stupita d’aver fatto subito il vuoto. Poiché mi sentivo bene ho tenuto il mio passo fino alla fine, riuscendo ad incrementare il distacco dalle inseguitrici”.

Commenta positivamente la prestazione dei suoi atleti il CT della nazionale azzurra Mirko Celestino che vede comunque positivi il 5º posto di Samuele Porro e di Mara Fumagalli rispettivamente nella gara maschile e femminile: “Ammetto che avevamo altre aspettative, un mondiale in casa lo si vive sempre al top e ti aspetti sempre il top del risultato, ma questa è la mountain bike. I ragazzi si sono dimostrati all’altezza, abbiamo dei talenti in costante crescita e sono sicuro da qui parte la rincorsa verso grandi traguardi.”

Aldo Zanardi

Fonte: Solobike.it