Transpyr, the day after

Le impressioni finali partono da una delle cose che più mi hanno colpito, la gentilezza e la grande disponibilità di tutto lo staff: quando si ha un valore aggiunto come questo partecipare ad una prova così impegnativa diventa un po’ più semplice, e soprattutto il comitato organizzatore, che già deve prevedere e affrontare mille difficoltà, può essere certo di contare su elementi che sono in grado di gestirle.

Fin dal primo giorno abbiamo avuto delle buone sensazioni, Roses è un punto d’incontro eccellente, raggiungibile senza problemi, con gli spazi ed i servizi adeguati. E’ una cittadina di mare che offre anche molti motivi di interesse extra ciclistico, e la presentazione serale nella bellissima Ciutadella, la cui atmosfera è veramente speciale, ha grande fascino.

Il percorso era segnalato in pochi punti, dove proprio era necessario per la potenziale pericolosità o per possibilità di confondersi. La traccia Gps era quasi sempre bel visibile, ma qualche errore probabilmente l’hanno fatto tutti: l’attenzione deve sempre essere ai massimi livelli, ma non sempre è possibile. Chi correva da solo doveva tenere acceso e ricordarsi di ricaricare anche il geolocalizzatore: sommato a telefono e a navigatore richiedeva costante attenzione lo stato di carica delle batterie. Giusta l’idea di fettucciare alcuni incroci nei tratti cronometrati, per condizionare meno possibile dagli errori il risultato agonistico. I ristori erano sempre ben posizionati, e molto ben forniti. Nel primo ovviamente prevaleva la frutta, nel secondo era a disposizione un piatto di pasta, nel terzo si poteva trovare un panino prima di dare fondo a tutte le energie disponibili.

Il paesaggio è sicuramente uno dei punti forti di Transpyr: natura spesso selvaggia e intoccata, e la presenza di animali, come cavalli e cerbiatti, che davano al tutto un fascino ulteriore. Noi inoltre abbiamo beneficiato di una primavera tardiva che ci ha permesso di vedere tutto in fiore, con mille colori differenti. Bellissimi i ponti a schiena d’asino, le passerelle in legno o acciaio e le costruzioni in pietra tipiche del territorio: l’architettura è spesso degna di sincero apprezzamento, tutti i paesi attraversati presentavano motivi di interesse.

 

Il camp in scuole e palestre è sempre stato di buon livello: solo in una occasione ho riscontrato che la palestra non era stata granchè pulita, ma ci può stare. Convivere in quasi 400 nello stesso posto non è facile, occorre pazienza e spirito di adattamento. A Burguete abbiamo dormito in campeggio, all’interno di uno stabile organizzato come un rifugio, e un letto come si deve è stato particolarmente gradito da tutti. Docce calde in sei tappe su sette, lavaggio bici, per chi non aveva chiesto il servizio a pagamento, con qualche coda per la mancata attenzione di qualche concorrente, che non si rendeva conto di come la fila si facesse sempre più lunga. Va bene coccolare la bici, ma non va dimenticato il senso della misura.

La colazione e la cena sono sempre state abbondanti e molto variate: pasta, riso, carne, uova, frutta, verdura e pesce in una occasione non ci hanno fatto mancare un adeguato apporto calorico. Molto bella anche l’idea del “Sarda Party” finale sul lungomare di Hondarribia: eccellente pesce fresco e grigliato al momento, che abbinato a jamon, cerveza e sidro ha creato un mix perfetto per la festa dei finishers. Anche il servizio di trasporto delle borse e custodia è stato senza errori, così come è andata a buon fine ogni richiesta rivolta all’ufficio gara, che come tutti gli altri addetti all’assistenza si è sempre prodigato per il benessere dei concorrenti.

Servizio di scopa con e-bike per gli ultimi, garantito da ragazzi di grande simpatia, in grado di aiutare e pazientare con chi aveva ritmi più bassi, e che ripuliva con attenzione ogni traccia del passaggio degli atleti. Chi rientrava a Barcellona o a Roses a fine gara ha pernottato in campeggio, in riva all’Oceano: nel mattino seguente trasporto in autobus con servizio puntuale, mentre le bici erano già partite la sera prime, e le abbiamo ritrovate nel primo camp.

Ottima la scelta di posizionare la gara in calendario tra la seconda e la terza settimana di giugno, con le giornate di luce più lunghe dell’anno: le tappe sono molto impegnative ed è bene avere la possibilità di aiutare chi si dovesse trovare in difficoltà. Visto che ne prossimo anno la manifestazione compie dieci anni, e sono previste alcune novità interessanti, noi vi consigliamo senza dubbio di partecipare, ovviamente con una preparazione adeguata, anche e soprattutto dal punto di vista mentale oltre che fisico.

Transpyr 2018 è finita, ma lunga vita a Transpyr!

Vi ricordiamo che il referente italiano della manifestazione è Bike & More, agenzia specializzata di Bolzano che potete contattare nel caso la sfida vi interessi: Bettina Ravanelli ed Eugen Messina allo +39 0471 272659, o via mail  info@bikeandmore.it potranno fugare ogni vostro dubbio e consigliarvi per il meglio.

 

(Sandro Bongiorno)