Transpyr, day 4 & 5

La terza tappa era rimasta nella memoria di tutti per i bellissimi paesaggi incontrati, ma per la quarta potremmo tranquillamente dire altrettanto. Credo che sia stata, come ci avevano anticipato nel consueto briefing serale, una sorta di riassunto di tutto quello che avremmo dovuto fare e vedere nel corso di una giornata nei Pirenei. Siamo in terra d’Aragona, e da El Pont de Suert procediamo in salita per dieci chilometri, su una superficie mista di asfalto e ghiaia: gli altri dieci, che precedono il primo ristoro, consentono di recuperare le forze per il primo tratto veramente impegnativo, quando partirà anche il cronometro. Da Espes si affronta il Monte Turbon, che presenta due salite intervallate, e che portano entrambe intorno a quota 1620 metri. La vera difficoltà in questo tratto è il fango, che veramente incontriamo a fiumi: non è facile pedalare, e la stanchezza si fa sentire: ci si distrae guardandosi intorno, le vette più alte dei Pirenei fanno da contorno a questa sorta di balcone panoramico. Una lunga e velocissima discesa ci porta al secondo ristoro, posizionato a metà tappa, e si ricomincia a salire. Dal 65° km parte il secondo tratto a tempo, che porta a La Collada, a 1550 metri di quota. Sono 22 km con un dislivello positivo di 800 metri, ma è la successiva discesa a richiedere tutta la nostra attenzione. Nella tappa precedente la discesa più tecnica e difficile era a metà percorso, oggi si trova nei 18 km finali, ed è una serie impressionante di single track molto tecnici curati da Bike Zero, gruppo che organizza attività outdoor nella zona. L’arrivo ad Ainsa, borgo di grande bellezza, avviene dopo 97 km e 2900 metri di dislivello. Questa piccola cittadina sorge sulla sommità di una collina all’incrocio tra due fiumi ed è assolutamente incantevole: il castello e la fortificazione circondano case in pietra a vista perfettamente conservate, con un panorama spettacolare sulle alture circostanti, la Peña Montañesa.

 

I risultati della quarta tappa confermano le affermazioni precedenti, sono in pratica gli stessi atleti che si alternano sul podio. Nelle coppie si impongono con 2:20:45 Pau Marza Bedos e Julien Bely (Gobik – Bike &Race Team), che staccano di cinque minuti Jon Erguin Dorrosonsoro e Eneko Gurrutxaga Ugarte del team Orbea; al terzo posto Frederic Ischard e Sebastien Migeon (Vosges VTT/ Destination Vélo). Christope Liberge e Mathieu Dumont (Pau Velo 64) sono ancora primi nei Master, negli individuali prevale Martin Gallardo. Nella categoria femminile scontata affermazione di Miroda Otto e Annie David, nelle coppie miste si impongono Alba Sugranes Mateu e Joan Bassa Ferrus.

Dopo le fatiche delle tappe precedenti la frazione che portava da Ainsa a Jaca ci è sembrata la meno dura e impegnativa, anche per la presenza di un solo tratto cronometrato: di sicuro era più breve e con meno dislivello, ma le difficoltà non sono comunque mancate. Dopo una decina di km in falsopiano lungo l’argine del fiume Ara la strada inizia a salire, e la parte più dura inizia al 32° km, dopo il primo ristoro. Circa 18 km di salita che ci portano a Peña Oturia, a quota 1578, con lunghi tratti fangosi che mettono a rischio la trasmissione: il sole forte secca la catena sporca, a volte bisogna dare una breve ripulita. La veloce discesa a Yebra de Basa, paese di poche anime ma di interesse per un’enclave barocca che coinvolge altre località circostanti, è interrotta solo da una breve sosta per ammirare una spettacolare cascata. L’ultima parte della tappa si svolge su sentieri e strade di collegamento e non presenta difficoltà particolari: Jaca ci accoglie e ci consente di avere qualche momento in più per il riposo. Anche questa cittadina si rivela interessante: una imponente fortezza a pianta pentagonale sarà il punto di partenza della sesta tappa, ma altri angoli della città sono degni di nota, in particolare la Cattedrale di San Pietro, a metà strada tra il romanico ed il gotico.

Per quanto riguarda i risultati nelle coppie Pau Marza Bedos e Julien Bely (Gobik – Bike &Race Team) in 1:22:41 bissano il successo del giorno precedente, ma anche le posizioni di rincalzo non cambiano: Jon Erguin Dorrosonsoro e Eneko Gurrutxaga Ugarte del team Orbea arrivano secondi con un distacco di circa tre minuti, al terzo posto Frederic Ischard e Sebastien Migeon (Vosges VTT/ Destination Vélo). Christope Liberge e Mathieu Dumont (Pau Velo 64) sono sempre i primi Master ad arrivare così come Martin Gallardo negli individuali. Nelle coppie miste riescono a piazzare il colpo vincente Olga Echenique Gomez e Jorge Chico Fernandez.

(Sandro Bongiorno)